Sarri contro gli scettici 5-0: ecco perché il tecnico ha stravinto

La polo blu è il compromesso sull’eleganza, ma contano soprattutto i numeri sulle rotazioni, la duttilità tattica e la comunicazione
Sarri contro gli scettici 5-0: ecco perché il tecnico ha stravinto© Marco Canoniero

Maurizio Sarri sulla panchina della Juventus è stata una scelta che in estate ha battuto ogni precedente record di scetticismo. Allegri, accolto a sputi nel torrido luglio del 2014, in confronto era stato considerato una garanzia dal popolo bianconero. E’ vero che Sarri arrivava con il peccato originale della sua napoletanità, intesa nel senso dei tre anni alla guida del club piuttosto che sotto il profilostrettamente anagrafico. Ma i dubbi sulla bontà della scelta abbracciavano uno spettro più ampio di diffidenza. Dubbi che quattro mesi dopo la presentazione sono per lo più scemati, anche se rimane qualche irriducibile detrattore, Sarri sta conquistando il popolo juventino con i risultati, il gioco e anche il suo modo di porsi, a dire il vero leggermente differente rispetto a quello di Napoli.

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Sarri e l'incubo della tuta

Uno dei problemi più citati nell’estate biancponeri e, tutto sommato, uno dei più irrilevanti riguardava l’aspetto del nuovo tecnico. "L’allenatore della Juventus non può essere sciatto e andare in panchina con la tuta" era una frase che è stata pronunciata più volte. E in qualche modo deve essere stato un problema che lo sponsor tecnico si è posto, inventadosi la polo blu che abbinata ai pantaloni dello stesso colore creano un ideale compromesso fra l’impeccabile vestito di Allegri (tuttavia sempre pronto a far volare la giacca) e la tuta alla Carletto Mazzone. In attesa dell’inverno (ma Sarri non è per nulla preoccupato del freddo), l’ostacolo del look è stato superato o, perlomeno, aggirato con abilità.

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Sarri e il turnover

Più congruente alla materia calcistica era il dubbio sull’utilizzo del turnover. L’esperienza di Sarri al Napoli aveva messo in evidenza una sorta di riluttanza da parte del tecnico a far ruotare la rosa. Sarri era diventato "l’allenatore dei 13/14 giocatori". E questo innescava qualche perplessità fra gli osservatori di cose bianconere e fra gli stessi tifosi, perché "alla Juventus non può permetterselo". Detto che sarebbe bastato dare un’occhiata alla distribuzione delle presenze del Chelsea per capire che Sarri sapeva utilizzare il turnover, ma i primi mesi di Juventus hanno disintegrato qualsiasi ragionamento sull’allergia al turnover. Sarri ha utilizzato 22 giocatori (erano 21 nello stesso periodo con il Chelsea e con il Napoli); ha avuto 21 titolari (20 con il Chelsea e 17 con il Napoli); ha 16 giocatori con almeno il 50% delle presenze (erano 15 con il Napoli, 14 con il Chelsea; Ha 18 giocatori con almeno il 20% del minutaggio (erano 16 nelle sue due precedenti esperienze). Numeri, non parole.

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Sarri non sa gestire i campioni

L’esperienza con grandi nomi era un altro tema caldo. Sottovalutando la stagione al Chelsea, dove non c’erano esattamente giocatori di Serie C, c’era chi metteva in discussione il curriculum di Sarri che avrebbe dovuto allenate sua maestà Cristiano Ronaldo. A distanza di quattro mesi Cristiano Ronaldo apprezza sempre di più l’atteggiamento offensivo del tecnico, ma soprattutto Sarri si è dimostrato abile nel gestire situazioni anche difficili, vedi l’esclusione di campioni di alto livello dalla lista Uefa. Certo, bisognerà attendere la fine della stagione e il superamento dei momenti critici per una valutazione finale, ma i primi mesi parlano a suo favore.

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Sarri è un integralista della tattica

La Juventus ha una rosa di campioni molto varia che poco si presta alla rigidità di un modulo. E questo preoccupava gli scettici che identificavano Sarri come un monomaniaco del 4-3-3. Evidementemente non ne conoscevano la storia, costellata di cambiamenti di sistema, ma la brevissima esperienza in bianconero ha già dimostrato come Sarri sappia variare e adattare le proprie idee alle caratteristiche dei giocatori.

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Sarri non ha stile nel comunicare

La volgarità di certe uscite in conferenza, così come la propensione al lamento erano altri difetti che preoccupavano i tifosi. E anche in questo caso l’incipit dell’avventura sarriana alla Juventus sta diostrando che erano ansie inutili. Sarri, certamente ben gestito dalla comunicazione bianconera, è sempre stato piuttosto composto in conferenza stampa, ha risposto con attenzione alle domande ed è spesso entrato nel merito della tattica in modo interessante e con notevole capacità didattica. Sulle lamentele ha avuto un inciampo a Firenze (orario delle partite), occasione nella quale è stato comunque male interpretato.

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Maurizio Sarri sulla panchina della Juventus è stata una scelta che in estate ha battuto ogni precedente record di scetticismo. Allegri, accolto a sputi nel torrido luglio del 2014, in confronto era stato considerato una garanzia dal popolo bianconero. E’ vero che Sarri arrivava con il peccato originale della sua napoletanità, intesa nel senso dei tre anni alla guida del club piuttosto che sotto il profilostrettamente anagrafico. Ma i dubbi sulla bontà della scelta abbracciavano uno spettro più ampio di diffidenza. Dubbi che quattro mesi dopo la presentazione sono per lo più scemati, anche se rimane qualche irriducibile detrattore, Sarri sta conquistando il popolo juventino con i risultati, il gioco e anche il suo modo di porsi, a dire il vero leggermente differente rispetto a quello di Napoli.

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