Sarri è stato il primo ad adoperare i droni in Italia
Nel calcio si tratta di un’abitudine ancora poco diffusa durante le partite. Gli allenatori si accorgevano sempre di quanto fosse differente analizzare un match dall’alto quando venivano espulsi oppure squalificati. Oggi si fanno tentativi in questo senso, ma i più concreti avvengono nel corso della settimana, con la vivisezione degli allenamenti ai monitor grazie a immagini riprese da un (superiore) punto di vista. In principio erano stati i pali dell’illuminazione, come quelli di Dawies. A Treviso ricordano ancora come Marco Giampaolo, a inizio anni Duemila, andasse a proteggere con gli ombrelli le telecamere posizionate lassù quando cominciava a piovere. L’evoluzione naturale è stata segnata dall’avvento dei droni: duttili in aria e manovrabili dal basso, con le camere a fare il resto per uno strumento di lavoro mai visto. Come giocare a Subbuteo con gente in carne e ossa. Maurizio Sarri è stato il primo ad adoperarli in Italia, a Empoli nel 2013.