Agnelli: "Trecento milioni per primeggiare in Europa"

Il presidente della Juve: "A febbraio c’è stato un prestito di 175 milioni con lo scopo di dotare la società di risorse finanziarie"

Il presidente Andrea Agnelli apre i lavori dell'assemblea degli azioni della Juventus: «A febbraio c’è stato un prestito di 175 milioni con lo scopo di dotare la società di risorse finanziarie. Oltre all’approvazione del bilancio chiediamo agli azionisti un aumento di capitale da 300 milioni dedicato al piano di sviluppo fino al 2023-24 con gli obiettivi di mantenere la competitività sportiva, incrementare ricavi e dare visibilità al brand. Ha destato stupore la dimensione delle richieste: i numeri sembrano enormi confrontati con la realtà italiana, ma dobbiamo guardare alla realtà europea. Lo United ha chiesto risorse agli azionisti per 450 milioni di sterline, il Real nel marzo 2019 ha chiesto risorse per 600 milioni di euro, il Tottenham ha rifinanziato un debito per più di 500 milioni sterline, lo stesso United ha emesso obbligazioni per circa un milione di sterline.Il nostro mercato di riferimento è l'Europa non l'Italia».

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Tre aree di lavoro

«Se guardiamo un dato che è il livello di fatturato, quando guardiamo alle principali società in Germania, Inghilterra e Spagna, le big hanno fatturati che si aggirano tra i 500 milioni fino al quasi miliardo di quest'anno realizzato dal Barcellona. Quando guardiamo la nostra crescita e il nostro sviluppo dobbiamo essere orgogliosi, ma il nostro livello di fatturato escluse le plusvalenze è il livello di fatturato che il Real aveva quando io ho assunto la presidenza. I tassi di crescita nostri sono stati maggiori di quelli del Real, noi abbiamo più che raddoppiato, ma in questa crescita c'è ancora un divario che dobbiamo colmare. Abbiamo necessità di tenere il passo con i nostri competitor europei. Nel tenere il passo noi dobbiamo anche confermare il nostro metro di gestione che ci ha permesso di ottenere risultati straordinari e che si basa su tre aree specifiche, gestite da queste persone che sono qui. Da Fabio Paratici, responsabile dell'area sport, che è la nostra arrività sportiva, della squadra che scende in campo. Attività influenzata ovviamente anche dagli altri campi, sia che cadono sotto la responsabilità di Marco Re, che dalla capacità di generare risorse da investire nella squadra gestite da Giorgio Ricci. Questo è stato il nostro modello di gestione: tre responsabilità, con responsabilità chiare di tre aree che devono lavorare il più possibile in simbiosi».

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Nel 2010 eravamo 85, ora 885

«Se pensiamo a cosa è successo dal 2010 al 2019, abbiamo visto il nostro fatturato arrivare a superare i 600 milioni in questa stagione. Abbiamo anche avuto un altissimo impatto occupazionale, per portare avanti le attività della società. Impatto anche sul territorio, poche aziende hanno assunto in Italia quando noi in questi anni. Nel 2010/11 i dipendenti erano 85, ora siamo 258 per un totale organico di 885 persone che lavorano in Juventus. Abbiamo creato più di un miliardo e 200 milioni di valore in questi nove anni. Non posso non pensare poi al percorso sul campo di cui possiamo essere orgogliosi. In questo momento il mio pensiero va a chi ha vinto gli otto scudetti di fila, il capitano Giorgio Chiellini e anche Andrea Barzagli. Un pensiero va anche al contributo di Max Allegri, determinante nella crescita della Juventus».

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CR7 merita il Pallone d'Oro

«La nostra società ha investito circa 400 milioni per attività immobiliari: 180 milioni per nuova sede, JTC e J Medical. Circa 100 milioni attraverso il fondo J Village, 90 milioni per l'area commerciale, sono complessivamente circa 400 milioni investiti nel patrimonio. Penso il coraggio avuto nel 2017 nel presentare il nuovo logo. Accolto inizialmente con scetticismo, ma gli altri riconoscono ora il coraggio avuto e la valenza assoluta di questo nuovo logo. Abbiamo strada facendo ampliato il settore professionistico. Il settore delle donne, guidato sapientemente dal miglior dirigente del calcio femminile, Stefano Braghin. Ha costruito una grande struttura, non sono ancora professioniste ma sono gestite come tali. Squadra che ha vinto due scudetti e una coppa Italia con coach Guarino, che si merita un applauso oltre che un in bocca al lupo da parte di tutti noi perché domenica giocheranno la Supercoppa e speriamo di portare a casa quel trofeo. Settore ampliato con la nascita della squadra Under 23 e da questo punto di vista c'è Cherubini, che non è qui, ma con grande sapienza, sagacia e abnegazione sta portando avanti quella parte meno visibile, ma importante. Solo nell'ultima stagione abbiamo attratto il migliore del mondo, Cristiano Ronaldo, che spero quest'anno possa vincere il Pallone d'Oro perché lo merita. Siamo diventato la squadra con il maggior numero di seguaci digitali, con 90 milioni di followers e un engagement medio al mese di 1.2 miliardi di interazioni. Da utlimo, ma non ultimo, l'apertura del J Hotel, aperto al pubblico a settembre e nella scorsa stagione l'apertura dei nostri store diretti a Milano e Roma e l'ufficio di Hong Kong. Sono risultati importanti, che ci rendono orgogliosi, ma questo si riferisce al passato».

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Più ricavi commerciali che da diritti tv

«Abbiamo punti di forza straordinari, ma anche debolezze che devono farci riflettere. Punto di forza è senza dubbio la crescita del settore, con le prime 5 leghe che ormai monopolizzano la scena, sono cresciute del 15%. E all'interno di queste leghe c'è un gruppo di club che monopolizza queste leghe e questi club sono cresciuti del 7%. La crescita di questi grandi club da più del 50% deriva dalla crescita dell'area commerciale e questo ci rende in una situazione di disentermediazione. Stiamo perdendo la dipendenza dei nostri ricavi dai diritti televisivi, che rimangono sì importanti, ma quest'anno i ricavi commerciali superano i ricavi dai diritti televisivi domestici, che pesano circa il 20% del nostro fatturato. Nei grandi club europei pesano tra il 40 e il 60% e questi risultati devono farci ben sperare. Esistono anche debolezze. Come gestiamo questo maniopoli di club che domina la crescita e monopolizza i risultati sportivi? Pensiamo al monopolio del Bayern in Germania, al nostro di cui siamo orgogliosi in Italia. Abbiamo monopoli sportivi che generano forte tensione all'interno delle leghe di riferimento. Questo deve far riflettere su quella che sarà la gestione delle competizioni future e la loro finalità. Abbiamo minacce che devono essere tenute in considerazione. Si parla spesso della Lega di A, ma in generale si combatte ovunque con la pirateria. Perdere eventualmente l'esclusività dei diritti sportivi può far perdere essi valori. Abbiamo un audience televisiva del calcio europeo, che deve far riflettere. Pensiamo anche ai dati che si sviluppano al mondo egli esports. Un dato su tutti, la finale di League of Legends, nel 2017 ha avuto 58 milioni di spettatori. E questi dati, da qualsiasi rapporto, sono in crescita. Gli sport nazionali sono in crescita nelle fasce minori, le nuove attività nel campo dell'intrattenitmento sono in crescita. Abbiamo anche opportunità, infatti il fatto che sia diminuito il peso dell'impatto dei diritti televisivi significa avere meno intermediari e poter essere proprietari dei nostri contenuti. E da questo punto di vista la novità del digital deve essere strategica e ci sono riflessioni in corso».

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Calcio femminile opportunità da cogliere

«Devono essere individuati strumenti per farci fare un grande salto nei ricavi attraverso i ricavi commerciali. Focus sulle nuove generazioni. Aver iniziato studi che ci permettono di consocere meglio i millennial e la generazione Z, può essere importante. Viviamo con un grande proliferare di piattaforme OTT e questo deve farci vedere coinvolti. La federazione ha annunciato il lancio su Tim Vision, la UEFA ha annunciato il lancio di UEFA TV e noi dovremo essere bravi a cogliere le opportunità che il mercato ci darà. L'ultima opportunità è il calcio femminile. Il tutto esaurito fatto registrare qui è un fatto positivo, poi un grande Mondiale ha ulteriormente enfatizzato l'attenzione. Il calcio femminile apre a nuovi mercati e nuovi consumatori e vogliamo farci trovare pronti a cogliere queste opportunità. E per questo oltre che approvare il bilancio vi chiederemo l'aumento di capitale per lo sviluppo».

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Nuovo anno zero per ripensare in grande

«Nel piano approvato nel 2014 volevamo far diventare Juventus un marchio globale. La visione del nuovo piano deve essere far prosperare Juventus come brand globale e questo ci deve essere riconosciuto da tutti, comprese le nuove generazioni. Dobbiamo essere un brand moderno, innovativo e iconico. La missione deve rimanere quella di sempre, con lo sport al centro, e guardo Pavel e Fabio. Dobbiamo mantenere la leadership sportiva in Italia, competere ad aalto livello in Europa. I principali obiettivi che il piano si pone è quello di continuare a partecipare alla Champions, mantenendo l'attuale coefficiente UEFA e rimanere, e questo non è semplice vista la dimensione della Premier League, tra le prime 12 in Europa come fatturato, avere un'incidenza del costo dei tesserati tra il 55% e il 60% e aiutare a riposizionare la Serie A nel mercato globale. Oggi noi nell'immaginare il 2019/20 immaginiamo un nuovo anno zero, per pensare in grande. L'aumento di capitale chiesto nel 2011 era volto a un risanamento societario evidentemente completato, negli asset e nel valore della prima squadra, l'obiettivo dell'aumento di cpaitale del 2019 è invece lo sviluppo della società e accertarsi di rispettare tutte le norme del FFP. Oggi vi chiederemo di approvare il bilancio, ma anche la fiducia a questo gruppo dirigente per raggiungere insieme nuovi grandi traguardi».

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Il presidente Andrea Agnelli apre i lavori dell'assemblea degli azioni della Juventus: «A febbraio c’è stato un prestito di 175 milioni con lo scopo di dotare la società di risorse finanziarie. Oltre all’approvazione del bilancio chiediamo agli azionisti un aumento di capitale da 300 milioni dedicato al piano di sviluppo fino al 2023-24 con gli obiettivi di mantenere la competitività sportiva, incrementare ricavi e dare visibilità al brand. Ha destato stupore la dimensione delle richieste: i numeri sembrano enormi confrontati con la realtà italiana, ma dobbiamo guardare alla realtà europea. Lo United ha chiesto risorse agli azionisti per 450 milioni di sterline, il Real nel marzo 2019 ha chiesto risorse per 600 milioni di euro, il Tottenham ha rifinanziato un debito per più di 500 milioni sterline, lo stesso United ha emesso obbligazioni per circa un milione di sterline.Il nostro mercato di riferimento è l'Europa non l'Italia».

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