Juve-Milan, giravolta Higuain: dall'inferno al paradiso

Un anno fa serata nera da milanista: ora ritrova i rossoneri da avversario e al top della condizione
Juve-Milan, giravolta Higuain: dall'inferno al paradiso© Marco Canoniero

Chissà se domani sera entrando in campo, poco importa se da titolare o no, Gonzalo Higuain sbatterà gli occhi e si chiederà se è stato tutto un incubo. La 12ª giornata di campionato, pochi giorni prima di metà novembre, però lui indossava la maglia del Milan e i suoi compagni della Juve erano avversari. Non solo, prima sbagliava un rigore e poi in un raptus di rabbia si faceva espellere. Domani sera, alla 12ª giornata di campionato, pochi giorni prima di metà novembre, Higuain si guarderà e si vedrà addosso la maglia bianconera come i suoi compagni, i giocatori del Milan rivali. Tutto normale, ma si ricorderà bene che l’incubo di un anno fa, era l’11 novembre a San Siro anziché il 10 all’Allianz Stadium, era così reale da condizionargli per un anno la carriera.

Higuain, sprofondo rossonero

Non era iniziata neanche male l’esperienza del Pipita al Milan, ceduto in prestito dalla Juventus per far posto, nel monte ingaggi e davanti alla porta, a Cristiano Ronaldo, per spalleggiare il quale i muscoli e lo spirito di sacrificio di Mandzukic erano stati preferiti alla tecnica e al senso del gol dell’argentino. A quel Milan-Juventus si era presentato con 7 reti in 12 presenze tra campionato ed Europa League, perfettamente in linea con le speranze che i tifosi rossoneri avevano riposto in lui. Era Higuain che non aveva riposto in se stesso altrettante speranze. Ritrovarsi dall’essere la stella (al limite alla pari con Dybala) della squadra più forte e vincente d’Italia e tra le più forti d’Europa a essere messo fuori dal progetto, trovando spazio solo in un club lontano dai fasti del passato, con la massima ambizione di centrare la qualificazione alla Champions League, era stato per lui un colpo da ko a livello psicologico. Un ko ritardato, i più terribili. Dopo il buon avvio Higuain crollò al tappeto quella sera contro la sua ex squadra, non riuscendo più a rialzarsi. Neppure passare al Chelsea a gennaio, sempre in prestito, e ritrovare Maurizio Sarri, il tecnico che lo aveva esaltato fino al record di gol nella storia della Serie A, i 36 segnati nel campionato 2015-16, gli era servito per riprendersi.

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