Lazio-Juve, la chiave tattica: ecco perché i bianconeri hanno perso

In 10 è calato il pressing. Bernardeschi, Ronaldo e Dybala avevano soffocato i difensori di Inzaghi
Lazio-Juve, la chiave tattica: ecco perché i bianconeri hanno perso© Juventus FC via Getty Images

I tifosi (una parte) continuano a criticarlo, Sarri a farlo giocare. Non bastassero le spiegazioni che il tecnico ripete a ogni conferenza stampa riguardo alla sua importanza sul piano tattico, Bernardeschi ieri ne ha data altra conferma pratica. «Dobbiamo tenerli lontani dall’area», aveva intimato il tecnico alla vigilia, temendo l’abilità della Lazio di giocare palloni filtranti: e non a caso proprio così sono arrivati il gol del 2-1, con Milinkovic Savic scattato alle spalle di De Ligt, e il rigore del possibile 3-1, stavolta con scatto di Correa. A quel punto però la Juventus era in 10 per l’espulsione di Cuadrado ed è più l’inferiorità numerica che non il fatto che Bernardeschi sia uscito, a impedire che il piano continui a funzionare.

Detto questo, nella riuscita della strategia per larga parte della partita (soprattutto la prima mezzora e la fase iniziale della ripresa), il mancino era stato fondamentale. Quando la Lazio cercava di iniziare l’azione dal basso, infatti, Bernardeschi saliva altissimo, quasi da centravanti tra Cristiano Ronaldo e Dybala, e i tre andavano ad aggredire i tre difensori laziali, supportati da tutta la squadra che saliva alle loro spalle. Atteggiamento che ha portato a mezzora di dominio. La tendenza di Dybala e Ronaldo ad allargarsi ha peraltro costretto Lazzari e Lulic a guardarsi spesso le spalle, lasciando campo a Cuadrado e Alex Sandro che sono stati i punti di partenza di quasi tutte le azioni bianconere. L’inferiorità numerica nella ripresa, quando la Lazio era già cresciuta, ha cambiato tutto.

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