Juve, quattro motivi per battere il Leverkusen

I biaconeri si apprestano ad affrontare la squadra tedesca per l'ultima giornata della fase a gironi di Champions League. Ecco perchè serve la vittoria
Juve, quattro motivi per battere il Leverkusen© /Agenzia Aldo Liverani S.a.s.

TORINO - Ma quale scampagnata. Se da un lato la Juventus può viverla con la leggerezza d'animo di chi – con ampio anticipo – ha blindato a doppia mandata non soltanto la qualificazione agli ottavi ma anche il primo posto nel girone di Champions League, dall'altra la trasferta di domani sera a Leverkusen segnerà comunque un passo importante nel lungo cammino della stagione bianconera. Per più d'un motivo e d'una motivazione. E per quattro in particolare, alla faccia della superficiale etichetta di “amichevole di lusso”.

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Punto primo, la fiducia. Perché non esiste antidoto migliore di una convincente vittoria per scacciare i veleni di un passo falso. Figurarsi di due, come quelli infilati consecutivamente dagli uomini di Maurizio Sarri tra il pareggio casalingo contro il Sassuolo e la sconfitta di sabato sera all'Olimpico di fronte alla Lazio. Un terzo non avrebbe ripercussioni a livello sportivo, ma verrebbe digerito a fatica dall'esigente stomaco bianconero. Al contrario, un successo restituirebbe il dolce sapore dell'abitudine a vincere – persino sul palcoscenico europeo, dato che si tratterebbe della quinta affermazione in sei uscite – e costituirebbe un eccellente propellente per le certezze di un gruppo già consapevole del proprio valore. Anche e soprattutto tra le pieghe psicologiche di quegli elementi che al momento – per un motivo o per un altro – hanno faticato ad entrare a pieno regime nelle rotazioni del tecnico bianconero e che, invece, verranno schierati domani sera contro il Bayer.

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2,7 milioni di premio

Punto secondo, le entrate. Intese come il bottino che i bianconeri avranno la possibilità di confezionare a beneficio delle casse societarie. E qui c'è ben poco di venale, ma molto di concreto. Perché la Uefa, tra i bonus legati alle prestazioni sportive, assicura ai club per ogni successo nella fase a gironi di Champions la bellezza di 2,7 milioni di euro. Mica briciole. Anzi, tanto per portare un esempio: una vittoria domani sera in Germania permetterebbe alla Juventus di coprire poco più di metà dell’intero stipendio stagionale lordo di Rodrigo Bentancur. Cui andare a sommare, soltanto per restare ai risultati del campo senza sfociare nel ricco market pool, i 9,5 milioni erogati per la qualificazione agli ottavi di finale. Ma lì l'assegno è già stato staccato.

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Il record del club 

Punto terzo, i record. Che non assicureranno trofei in bacheca, ma che valgono per certo come sintomatici termometri della situazione. E la Juventus in versione Sarri, al primo colpo, ha la concreta possibilità di chiudere la prima fase con 16 punti sui 18 disponibili. Un primato, in casa bianconera, toccato solamente in altre due occasioni nell'era della Champions League. Nel 1996-97, edizione dell'inopinata sconfitta in finale contro il Borussia Dortmund, quando la corazzata di Marcello Lippi incrociò nel girone Manchester United, Fenerbache e Rapid Vienna. E nel 2004-05, dopo il preliminare con il Djugarden, quando i bianconeri di Fabio Capello sfidaronoBayern Monaco, Ajax e Maccabi Tel Aviv. In entrambi i casi, a sorpresa, l'unico pareggio arrivò in trasferta contro la cenerentola del raggruppamento: un doppio 1-1 maturato rispettivamente in Austria e in Israele. Come in Spagna, ma contro l'Atletico Madrid prima rivale nella corsa al primato, è arrivato il segno “x” in questa stagione.

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Il ranking da scalare

Punto quarto, il ranking. Una questione non soltanto di prestigio, una questione per certo molto cara al presidente Andrea Agnelli. Che soltanto ad ottobre, nel discorso d'apertura dell'ultima assemblea degli azionisti, ricordava come nel 2010 la Juventus occupasse il 43° posto «mentre ora siamo al quinto e con ragionevoli basi per arrivare al quarto entro fine stagione». Cartina di tornasole dell'esponenziale crescita del club negli ultimi due lustri, prezioso pass in sede di composizione di fasce di merito e gironi. Un obiettivo, quello fissato dal numero uno bianconero, che passa insomma anche dalla sfida al Bayer di domani sera. Molto più che una scampagnata.

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TORINO - Ma quale scampagnata. Se da un lato la Juventus può viverla con la leggerezza d'animo di chi – con ampio anticipo – ha blindato a doppia mandata non soltanto la qualificazione agli ottavi ma anche il primo posto nel girone di Champions League, dall'altra la trasferta di domani sera a Leverkusen segnerà comunque un passo importante nel lungo cammino della stagione bianconera. Per più d'un motivo e d'una motivazione. E per quattro in particolare, alla faccia della superficiale etichetta di “amichevole di lusso”.

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