© Juventus FC via Getty Images
TORINO - Non ha raccontato balle, Maurizio Sarri: la Juventus nella pausa ha lavorato molto sulla fase difensiva e ieri si è visto. Al punto che, nonostante il 4-0 sia il risultato più rotondo ottenuto con il nuovo tecnico, se proprio si deve cercare il pelo nell’uovo della prestazione bianconera è nella poca concretezza dei primi 45’, dominati senza segnare. Va detto che la goleada maturata nell’ultima mezzora è comunque figlia del resto della gara, giocata in costante e asfissiante pressione su un Cagliari costretto all’errore in occasione del primo gol e poi travolto dalla foga offensiva e, sì, molto sarrista della prima Juventus del 2020. Ma ciò che ha impressionato di più è il fatto che i sardi, forse non nel loro momento migliore, ma comunque una squadra ricca di talento e organizzazione, non siano riusciti a mettere piede nell’area di rigore di Szczseny per un’intera ora e vi si siano affacciati solo due volte creando un pericolo (traversa di testa di Simeone al 59’ e palo di Joao Pedro in pieno recupero, già sul 4-0).
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Juve, aggressione alta e organizzata
Il Cagliari è stato schiacciato nella sua metà campo da una Juventus che ha portato un’aggressione alta come vuole Sarri, ma soprattutto organizzata e coordinata alla perfezione: i centrocampisti finalmente aiutati dai terzini (Cuadrado tra i migliori in campo per qualità e quantità profusa) e dal lavoro delle stesse punte. Il lavoro di squadra della Juventus ha sporcato tutte le linee di passaggio dei rossoblù, incartati e appiattiti, così da non riuscire a sfruttare gli spazi e con lo stesso Simeone spesso dietro la linea della palla.
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