Agnelli rafforza Sarri: Juve in difficoltà ma la fiducia resta

Il presidente cena con il tecnico, ribadita la linea storica: la società non mette in discussione chi sta in panchina
Agnelli rafforza Sarri: Juve in difficoltà ma la fiducia resta© Juventus FC via Getty Images

TORINO - Dicono che Andrea Agnelli lo abbia un po' canzonato. Un cosa tipo: «Vero che ti sembrava più facile da fuori?». Perché Maurizio Sarri, nelle ultime settimane, ha provato l'ebbrezza del tritacarne dell'ambiente juventino, che tende a mettersi in moto dopo ogni non vittoria, fino a vorticare furiosamente in caso di due sconfitte in un breve lasso di tempo. Il presidente lo conosce e non se ne preoccupa, il tecnico lo ha scoperto da poco e, dicono, abbia risposto con un sorriso di chi ne avrebbe fatto anche a meno. D'altra parte, non più tardi di qualche settimana fa, aveva pranzato con Massimiliano Allegri a margine della premiazione per la Panchina d'Oro a Coverciano. E aveva scherzato con il suo predecessore sulla bufera che si scatena intorno alla Juventus alla prima incertezza («Un pareggio e impazziscono tutti»), trovando in Allegri totale e divertita comprensione. In cinque stagioni Max è sempre stato un marinaio pronto a superare qualsiasi tempesta senza spettinarsi, ma nelle foto della presentazione, il 16 luglio 2014, sembrava molto, molto più giovane.

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L'incontro è stato l'occasione per confrontarsi

Insomma, il presidente e il tecnico della Juventus, a cena in un ristorante del centro, già sede di altri appuntamenti analoghi, non sono sembrati due che affrontano l'imminente fine del mondo e neppure l'estinzione delle speranze di vincere qualcosa quest'anno. L'incontro, fissato da tempo come tutte le cene tra Agnelli e Sarri, ma capitato casualmente in un momento difficile per la squadra, è stata l'occasione per confrontarsi, né più né meno come quando le cose vanno bene. Tanto la regola della casa è ferrea: non si esonera nessuno durante la stagione (a meno di dover evitare disastri epocali), si giudica alla fine, sulla base dei risultati. Nel frattempo, la costituzione di Agnelli prevede un solo articolo: si opera sempre con sangue freddo e lucidità. L'emotività è un lusso che il presidente si concede nei novanta minuti allo stadio, nei quali può anche trasformare in curva la tribuna vip, poi è un manager che, incidentalmente, si occupa di Juventus, ma un manager. In nove anni chi lo ha conosciuto e frequentato lo ha capito, l'altra sera ne ha avuta conferma anche Sarri.

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TORINO - Dicono che Andrea Agnelli lo abbia un po' canzonato. Un cosa tipo: «Vero che ti sembrava più facile da fuori?». Perché Maurizio Sarri, nelle ultime settimane, ha provato l'ebbrezza del tritacarne dell'ambiente juventino, che tende a mettersi in moto dopo ogni non vittoria, fino a vorticare furiosamente in caso di due sconfitte in un breve lasso di tempo. Il presidente lo conosce e non se ne preoccupa, il tecnico lo ha scoperto da poco e, dicono, abbia risposto con un sorriso di chi ne avrebbe fatto anche a meno. D'altra parte, non più tardi di qualche settimana fa, aveva pranzato con Massimiliano Allegri a margine della premiazione per la Panchina d'Oro a Coverciano. E aveva scherzato con il suo predecessore sulla bufera che si scatena intorno alla Juventus alla prima incertezza («Un pareggio e impazziscono tutti»), trovando in Allegri totale e divertita comprensione. In cinque stagioni Max è sempre stato un marinaio pronto a superare qualsiasi tempesta senza spettinarsi, ma nelle foto della presentazione, il 16 luglio 2014, sembrava molto, molto più giovane.

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