L’esempio di Cristiano Ronaldo: l’ispirazione per tutta la squadra

Il fatto che, compiuti i trentacinque anni, sia protagonista di una delle sue migliori stagioni dovrebbe ispirare ancora di più i compagni. E più in generale l’ambiente, tifosi compresi, a un generale ottimismo
L’esempio di Cristiano Ronaldo: l’ispirazione per tutta la squadra© Getty Images

Cristiano Ronaldo ha cinque Palloni d’Oro, cinque Champions, sei campionati nazionali e un Europeo nel suo palmares che occupa tre schermate di Wikipedia. Eppure è ancora spinto da una portentosa forza interiore a sbattersi come un pazzo in una partita di Coppa Italia o una sfida di campionato in provincia. Anche per questo è mostruoso, per lo smanioso desiderio di successo che alimenta ogni sua prestazione. Anche per questo è un trascinatore naturale dei compagni. O, per lo meno, dovrebbe esserlo, visto che ultimamente le sue prestazioni si stagliano su un atteggiamento generale sempre meno solido e, forse, anche un po’ intimidito dalle circostanze. Fin dal primo giorno di allenamenti con la Juventus, Ronaldo è stato indicato da chiunque all’interno della rosa come un clamoroso esempio di motivazione. Il fatto che, compiuti i trentacinque anni, sia protagonista di una delle sue migliori stagioni dovrebbe ispirare ancora di più i compagni. E più in generale l’ambiente, tifosi compresi, a un generale ottimismo. Ronaldo è un positivo: aggredisce gli ostacoli con l’allenamento da quando era un bambino e si allenava correndo lungo le ripide salite della sua Madeira; fissa obiettivi sempre più ambiziosi per mettere alla prova il suo fisico, il suo talento e la sua testa; non ha mai paura di nulla e sa trasformare in energia anche la frustrazione di una sconfitta (e lui ne accumula davvero tanta quando non vince). La fortuna di avere CR7 in squadra non è solo quella di partire, più o meno, sempre dal risultato di 1-0, ma anche quella di avere una fonte di ispirazione virtualmente infinita a disposizione.

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Il popolo bianconero tende ad abituarsi molto velocemente alle vittorie e ai suoi campioni, dando per scontate le prime e per normali i secondi. Se questo atteggiamento è, da una parte, uno dei segreti per la reiterazione dei trionfi (nessuno dorme mai sugli allori), dall’altra rischia di far perdere l’orientamento e il senso della realtà. I tifosi juventini stanno godendosi una delle migliori stagioni del miglior giocatore del mondo e uno dei migliori di ogni epoca. Ce l’hanno lì, con la loro maglia, nel loro stadio, nella loro squadra, ma ogni tanto lo dimenticano, correndo dietro all’ultimo argomento di tendenza sui social.

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Cristiano Ronaldo ha cinque Palloni d’Oro, cinque Champions, sei campionati nazionali e un Europeo nel suo palmares che occupa tre schermate di Wikipedia. Eppure è ancora spinto da una portentosa forza interiore a sbattersi come un pazzo in una partita di Coppa Italia o una sfida di campionato in provincia. Anche per questo è mostruoso, per lo smanioso desiderio di successo che alimenta ogni sua prestazione. Anche per questo è un trascinatore naturale dei compagni. O, per lo meno, dovrebbe esserlo, visto che ultimamente le sue prestazioni si stagliano su un atteggiamento generale sempre meno solido e, forse, anche un po’ intimidito dalle circostanze. Fin dal primo giorno di allenamenti con la Juventus, Ronaldo è stato indicato da chiunque all’interno della rosa come un clamoroso esempio di motivazione. Il fatto che, compiuti i trentacinque anni, sia protagonista di una delle sue migliori stagioni dovrebbe ispirare ancora di più i compagni. E più in generale l’ambiente, tifosi compresi, a un generale ottimismo. Ronaldo è un positivo: aggredisce gli ostacoli con l’allenamento da quando era un bambino e si allenava correndo lungo le ripide salite della sua Madeira; fissa obiettivi sempre più ambiziosi per mettere alla prova il suo fisico, il suo talento e la sua testa; non ha mai paura di nulla e sa trasformare in energia anche la frustrazione di una sconfitta (e lui ne accumula davvero tanta quando non vince). La fortuna di avere CR7 in squadra non è solo quella di partire, più o meno, sempre dal risultato di 1-0, ma anche quella di avere una fonte di ispirazione virtualmente infinita a disposizione.

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