Oggi il pubblico juventino imputa alla sua squadra del cuore tre peccati: l’impressione di essere demotivata, senza la furia agonistica necessaria; pur avendo Ronaldo e una selezione fra i migliori giocatori del mondo, la Juventus non riesce a sfruttare in pieno il potenziale; dopo sette mesi non c’è ancora un’identità di gioco.
E proprio su quest’ultimo punto si concentra il ragionamento di Linus: «I fischi sono antipatici però il tifoso della Juventus è disorientato, fatica a rivedersi in questa squadra in cui manca un’ossatura stabile, dove i giocatori si sbattono, ma scendono in campo in ruoli sempre diversi. La conferma si è avuta con l’ovazione dello Stadium per Chiellini. Forse siamo tifosi esigenti, ma questa non è la vera Juve tranne che in qualche occasione. Siamo abituati a divertirci, oltre che a vincere: un dissenso civile deve essere accettato. Capisco però il gesto di Dybala: in questo momento rappresenta la continuità degli ultimi anni e domenica era particolarmente ispirato in campo. Quando si sente bene trova anche il coraggio per ergersi a leader: i giocatori si sono sempre impegnati, se le cose non vanno bene i primi ad essere arrabbiati sono loro».
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