Zeman: "Juve? Il problema del gioco sono le tante individualità"

Il boemo ha anche scherzato paragonando il premier Giuseppe Conte a un calciatore bianconero: "Non è molto attivo, potrebbe essere un mediano, come Pjanic"
Zeman: "Juve? Il problema del gioco sono le tante individualità"© Getty Images

ROMA - Zdenek Zeman intervenuto a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio 1, ha analizzato il problema del gioco della Juve: "Per me attualmente non gioca molto bene ma ha la migliore rosa di giocatori. Sarri, come me, vorrebbe che la squadra giocasse bene, ma ci sono tante individualità e non riescono a essere squadra. Allegri? Mi piace come gestore, oggi i migliori allenatori sono gestori della squadra". Ha dato il suo parere anche sul tema d'attualità degli ultimi giorni, l'emergenza Coronavirus che ha portato a far disputare la Serie A a porte chiuse: "Sicuramente non è la situazione migliore, ma il campionato va finito per forza, anche se ho ancora dei dubbi. Aspetto qualche altra botta... L'epidemia si sta allargando ogni giorno di più, aspetto che inizi a calare". Poi il tecnico boemo ha confessato di aver ricevuto delle offerte da alcune squadre: "Qualche richiesta mi è arrivata ma ho detto di no perchè non me la sentivo, non ho avuto assicurazioni sul mio lavoro. Io chiedo di farmi fare l'allenatore, oggi ci sono dirigenti che vogliono fare il tecnico e la formazione".

"Giuseppe Conte è un Pjanic"

Zeman in seguito ha mischiato calcio e politica tirando fuori una battuta: "Il premier Giuseppe Conte si muove tanto per spostamenti, non è molto attivo, potrebbe essere un mediano, come Pjanic". L'allenatore 72enne dà uno sguardo anche alla nuova generazione di tecnici: "De Zerbi e Liverani sono molto bravi. Gli allenatori vanno valutati per quello che fanno fare alla propria squadra, loro due fanno giocare bene i propri team". Battuta finale dedicata al Var: "Gli arbitri e i giocatori sono umani ma si sbaglia anche ora, forse anche di più. Il Var viene utilizzato in alcune occasioni e in altre no: o si fa sempre o non ha senso, io tornerei a quando gli arbitri non erano influenzabili..."

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