De Ligt: "La Juve è stata la scelta migliore per me"

Così il giovane difensore bianconero: "Non è stato Cristiano Ronaldo a convincermi a venire a Torino. Mi volevano tanti club e ho avuto tutto il tempo di ragionare prima di decidere"
De Ligt, 20 anni: 100%© /Agenzia Aldo Liverani S.a.s.

TORINO - "Ho vinto il Golden Boy, il premio per il più grande giovane talento in Europa ed era a Torino, è stato simbolico. Conoscevamo già un po' la città, poi sono tornato ad aprile...". In una diretta sul canale Youtube Foot Truck, Matthijs de Ligt commenta il suo primo approccio col capoluogo piemontese, pochi mesi prima del suo trasferimento alla Juventus: "Io alla Juve per il discorso di Cristiano Ronaldo dopo il match di Champions con l'Ajax? No, non è stato questo il motivo per cui sono venuto alla Juve. Ho avuto molto tempo per scegliere tra i club che mi volevano, ma questa è stata la scelta migliore. Alla Juventus mi hanno detto che sono stato acquistato perché sono davvero maturo e so come gestire la pressione, hanno fiducia in me. Mi hanno detto che era complicato a 19 anni andare in un altro Paese, però erano convinti che avrei giocato". 

De Ligt sullo spogliatoio della Juve

"Quando sono entrato per la prima volta mi sentivo come un bambino in un negozio di caramelle. C'era Buffon, c'era Ronaldo... Dopo due mesi ho sentito che potevo essere me stesso. Inizialmente era difficile, c'era pressione che è aumentata alla seconda partita quando ho fatto autogol. Passo dopo passo sono migliorato, in allenamento mi sentivo bene ma avevo bisogno di farne altro. La trattativa tra Juve e Ajax è durata molto, la scorsa estate sono arrivato più tardi degli altri e senza allenamenti ho dovuto giocare contro il Tottenham nel tour in Asia. Dopo venti minuti faticavo a respirare... Inizialmente non ero in forma e non giocavo così a zona. Prima stavo appiccicato all'attaccante, sono un giocatore che vuole vincere ed essere un esempio".

De Ligt su Sarri

"È simile a Ten Hag, è un allenatore italiano quindi è sempre diverso da uno olandese. Credo che qui in Italia sia più automatico: sai come fare pressione, come partire dal basso. All’Ajax sapevamo come fare pressione, poi ti davano qualche indicazione ma principalmente dipendeva dal giocatore. Lì se sei un difensore difendi ma poi puoi provare a fare gol, qui se un difensore vuole fermarsi a fare allenamento di tiri in porta non è possibile ed è normale perché ognuno ha il suo ruolo".

De Ligt sui falli di mano

"Quando ero sotto la doccia dopo la partita contro il Torino i compagni mi dicevano: è incredibile, è come se ci fosse una calamita nel tuo braccio! Quando commetto un errore però non sono il tipo che si arrabbia se qualcuno dice qualcosa, mi piace scherzarci sopra". Sui compagni di reparto alla Juve e nella nazionale olandese: "Parlo molto con i ragazzi (Chiellini, Bonucci e Van Dijk n.d.r.) di come vedono le varie situazioni di gioco e di cosa fanno in altre. Ovviamente guardi cosa fanno loro cercando di prendere qualcosa, è importante osservarli ma senza cambiare il tuo stile. A 15 anni ero un centrocampista. Ero grande e l'allenatore mi ha detto che sarei rimasto in mezzo al campo un altro anno per migliorare la tecnica ma che poi mi avrebbero fatto arretrare per diventare un grande difensore. Ho cercato di imparare da tanti ex giocatori come Stam e De Boer. Cerco di imparare tutti i giorni".

De Ligt sull'Ajax

"Avevamo giocatori che si completavano a vicenda, c’erano tanti giovani ma anche giocatori esperti: è stato un buon mix per questo siamo arrivati in semifinale. Anche il Chelsea ha un grande settore giovanile ma spesso non arrivano in prima squadra perché troppo forte. All'Ajax si allenano sempre con la palla dai 14 anni. Poco allenamento fisico, la tecnica è la prima cosa".

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