© Juventus FC via Getty Images
TORINO - E pensare che ad inizio stagione c’è stato chi non gli ha risparmiato critiche fin troppo ingenerose, però Matthijs de Ligt ha alzato le spalle, si è girato dall’altra parte e ha proseguito per la sua strada. Alle malelingue si risponde stando zitti e lavorando: alla Juve sanno bene come funziona e il gigante olandese, Golden Boy 2018 di Tuttosport, l’ha imparato da subito. Aveva messo tutto in conto, perché piombare a soli vent’anni nel calcio italiano, per di più nel club più titolato, avrebbe potuto comportare il rischio di un eventuale passo falso. Se poi Giorgio Chiellini si fa male e lo studio deligtiano del mondo bianconero deve necessariamente subire un’accelerazione, è normale incappare in qualche incidente qua e là: un braccio fuori luogo, un intervento fuori posizione. Ma sono particolari, gli stessi che non hanno impedito all’ex Ajax di prendersi già la Juventus in una stagione così anomala come quella in corso.
Matthijs è un duro, se ne sono accorti tutti. E grazie alla sua scorza audace e coraggiosa ha saputo padroneggiare il campo ripagando in pieno l’enorme investimento bianconero da 75 milioni più gli oneri accessori. Tanto che ora il ragazzo si sente pienamente juventino: quelle strisce gli sono entrate nel cuore, anche per via di un feeling nato all’istante con la città di Torino. Placida e tranquilla com’è lui, amante della natura, innamorato della lingua italiana che abitualmente utilizza anche in famiglia, pazzo della sua Annekee Molenaar (classe ’99 come la dolce metà) con cui tre giorni fa ha festeggiato l’anniversario di fidanzamento. Una coppia solida fin dall’inizio: lui, Matthijs, già trequartista e centrocampista, ora difensore roccioso e fanciullo amorevole; lei modella affermata, sempre più idolo sui social (sul solo Instagram la seguono oltre 417 mila persone), figlia di Keje, già punto fermo della difesa dell’Ajax nella prima metà degli Anni 80, nonché - raccontano gli spifferi di casa De Ligt - cuoca straordinaria.
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