Pagina 2 | CR7 di nome, CR9 di fatto: ecco cosa cambia

TORINO - Contrariamente al significato che le viene comunemente attribuito, la “prova del nove” non dà esito certo neppure in matematica. Figurarsi nel calcio e alla prima partita dopo tre mesi. L’unica certezza di quella effettuata contro il Milan da Maurizio Sarri, con Cristiano Ronaldo in posizione di “nove” a tutti gli effetti, è dunque che ne serviranno altre. Pur senza certezze, però, alcune riflessioni si possono già fare.

La prima nasce dalla decisione in sé. L’idea di Ronaldo centravanti frulla nella testa di Sarri da quando decise di accettare l’offerta bianconera. Ne parlò con l’interessato già a giugno, nel loro primo colloquio: CR7 offrì la massima disponibilità, ma precisò anche che a suo parere sarebbe stato meglio continuare a partire da sinistra. Molto meno dogmatico di quanto tanti credessero e fedele al principio, espresso nel giorno della presentazione, di voler mettere anzitutto i giocatori più talentuosi (Ronaldo in primis) nelle condizioni ideali per esprimersi, Sarri ha sempre lasciato che il fuoriclasse portoghese partisse da sinistra per poi trasformarsi in centravanti nel momento di finalizzare. Il fatto che invece venerdì Ronaldo abbia giocato da centravanti vero e proprio, ovviemente nel rispetto delle proprie caratteristiche, svariando e non facendo certo la boa in area, significa che molto probabilmente quella stessa «massima disponibilità», citata da Sarri nel post partita, l’ha espressa senza distinguo e con una convinzione che va oltre la semplice professionalità. E che è fondamentale perché l’esperimento abbia successo.

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Sul piano tattico, l’impiego di Ronaldo centravanti ha sicuramente effetti positivi nella fase difensiva. CR7 deve occuparsi solo di pressare i difensori e non ha zone da coprire in ripiegamento, né ci sono compagni che devono aiutarlo in quel compito, innescando una serie di scalature non sempre facile da attuare. Con Douglas Costa e Dybala attaccanti esterni l’assetto difensivo è più simmetrico e le letture più semplici.

Servirà aspettare, invece, per verificare gli effetti sulla fase offensiva. Ronaldo ha tutto, e tutto al massimo livello, per giocare centravanti: senso del gol, tiro con entrambi i piedi, abilità nello smarcamento, rapidità, capacità di attaccare la profondità, doti acrobatiche, tempismo. Giocando più tempo in posizione centrale dovrebbe avere più possibilità di sfruttare queste doti. Condizionale d’obbligo perché, seppur probabile, non è detto che trovi tempi e spazi con la stessa abilità di quando parte dall’esterno. Sarà fondamentale che possa giocare palla in movimento e ricevere anche fronte alla porta, attraverso un fraseggio rapido e preciso. Quel che vuole Sarri, d’altra parte. La prima prova, intanto, pur forzatamente interlocutoria, è stata incoraggiante. Premesso che i numeri (Wyscout, a fianco ne trovate altri) vanno letti ricordando che la Juventus ha giocato a lungo in 11 contro 10 (ma questo può anche aver ristretto gli spazi davanti all’area milanista), Ronaldo ha avuto la stessa percentuale di azioni riuscite di tutta la stagione: 62%. L’unico dato nettamente peggiorato è quello della percentuale di tiri nello specchio: il 14% contro il 39,5% stagionale. Ma questa, per quanto utili possano essere state le sessioni a Madeira con Filipe Gonçalves, portiere dello Sporting Under 19, è l’inevitabile ruggine della quarantena. La prova del nove avrà bisogno di essere ripetuta, ma il problema non sarà certo la mira del 7.

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Sul piano tattico, l’impiego di Ronaldo centravanti ha sicuramente effetti positivi nella fase difensiva. CR7 deve occuparsi solo di pressare i difensori e non ha zone da coprire in ripiegamento, né ci sono compagni che devono aiutarlo in quel compito, innescando una serie di scalature non sempre facile da attuare. Con Douglas Costa e Dybala attaccanti esterni l’assetto difensivo è più simmetrico e le letture più semplici.

Servirà aspettare, invece, per verificare gli effetti sulla fase offensiva. Ronaldo ha tutto, e tutto al massimo livello, per giocare centravanti: senso del gol, tiro con entrambi i piedi, abilità nello smarcamento, rapidità, capacità di attaccare la profondità, doti acrobatiche, tempismo. Giocando più tempo in posizione centrale dovrebbe avere più possibilità di sfruttare queste doti. Condizionale d’obbligo perché, seppur probabile, non è detto che trovi tempi e spazi con la stessa abilità di quando parte dall’esterno. Sarà fondamentale che possa giocare palla in movimento e ricevere anche fronte alla porta, attraverso un fraseggio rapido e preciso. Quel che vuole Sarri, d’altra parte. La prima prova, intanto, pur forzatamente interlocutoria, è stata incoraggiante. Premesso che i numeri (Wyscout, a fianco ne trovate altri) vanno letti ricordando che la Juventus ha giocato a lungo in 11 contro 10 (ma questo può anche aver ristretto gli spazi davanti all’area milanista), Ronaldo ha avuto la stessa percentuale di azioni riuscite di tutta la stagione: 62%. L’unico dato nettamente peggiorato è quello della percentuale di tiri nello specchio: il 14% contro il 39,5% stagionale. Ma questa, per quanto utili possano essere state le sessioni a Madeira con Filipe Gonçalves, portiere dello Sporting Under 19, è l’inevitabile ruggine della quarantena. La prova del nove avrà bisogno di essere ripetuta, ma il problema non sarà certo la mira del 7.

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