Sul piano tattico, l’impiego di Ronaldo centravanti ha sicuramente effetti positivi nella fase difensiva. CR7 deve occuparsi solo di pressare i difensori e non ha zone da coprire in ripiegamento, né ci sono compagni che devono aiutarlo in quel compito, innescando una serie di scalature non sempre facile da attuare. Con Douglas Costa e Dybala attaccanti esterni l’assetto difensivo è più simmetrico e le letture più semplici.
Servirà aspettare, invece, per verificare gli effetti sulla fase offensiva. Ronaldo ha tutto, e tutto al massimo livello, per giocare centravanti: senso del gol, tiro con entrambi i piedi, abilità nello smarcamento, rapidità, capacità di attaccare la profondità, doti acrobatiche, tempismo. Giocando più tempo in posizione centrale dovrebbe avere più possibilità di sfruttare queste doti. Condizionale d’obbligo perché, seppur probabile, non è detto che trovi tempi e spazi con la stessa abilità di quando parte dall’esterno. Sarà fondamentale che possa giocare palla in movimento e ricevere anche fronte alla porta, attraverso un fraseggio rapido e preciso. Quel che vuole Sarri, d’altra parte. La prima prova, intanto, pur forzatamente interlocutoria, è stata incoraggiante. Premesso che i numeri (Wyscout, a fianco ne trovate altri) vanno letti ricordando che la Juventus ha giocato a lungo in 11 contro 10 (ma questo può anche aver ristretto gli spazi davanti all’area milanista), Ronaldo ha avuto la stessa percentuale di azioni riuscite di tutta la stagione: 62%. L’unico dato nettamente peggiorato è quello della percentuale di tiri nello specchio: il 14% contro il 39,5% stagionale. Ma questa, per quanto utili possano essere state le sessioni a Madeira con Filipe Gonçalves, portiere dello Sporting Under 19, è l’inevitabile ruggine della quarantena. La prova del nove avrà bisogno di essere ripetuta, ma il problema non sarà certo la mira del 7.