Juve, fuoco su Sarri ma ora non rischia

La società è delusa però non carica sul tecnico tutte le responsabilità: la sua panchina a rischio solo con un fallimento completo
Juve, fuoco su Sarri ma ora non rischia© Marco Canoniero

Maurizio Sarri è senza dubbio al centro dei pensieri di milioni di tifosi juventini. Che siano pensieri non del tutto simpatici lo sa benissimo e, alla sua età, non se ne adonta granché. Era perfettamente consapevole, nella notte di mercoledì, che la sconfitta in finale di Coppa Italia avrebbe dato una violenta botta alla sua popolarità, di per sé già non saldissima presso la tifoseria bianconera.

Nello stesso tempo ha preso atto che la dirigenza non lo ha messo in discussione e che il suo destino non dipende dalla simpatia che suscita nel popolo bianconero, ma dai risultati che riuscirà a ottenere. In estrema sintesi: Maurizio Sarri non rischia l’esonero e, nonostante una profonda seccatura e delusione per la partita contro il Napoli, l’ipotesi non è stata neppure contemplata dai dirigenti. Questo è l’unico presupposto possibile per ragionare del futuro più prossimo della Juventus e del suo tecnico, che gode ancora di piena fiducia anche da parte del più arrabbiato di tutti per la sconfitta di mercoledì, cioè Andrea Agnelli.

La società, infatti, non è alla ricerca di un colpevole su cui scaricare le colpe ed eventualmente fargliele espiare, piuttosto è a caccia di soluzioni per raddrizzare la stagione in un momento delicato. A Sarri vengono concesse tutte le attenuanti per aver perso la Coppa Italia, in una situazione limite come quella del calcio ai tempi del Covid. La condizione atletica, carente in tutte le quattro squadre fin qui viste all’opera dalla ripresa, penalizza certamente di più chi attacca e deve fare la partita rispetto a chi si difende deitro la linea della palla.

In pratica se Ronaldo, Dybala e Douglas Costa mancano di brillantezza, la fase offensiva della Juventus ne risulta zavorrata e diventa quasi impossibile trovare un varco fra le maglie difensive diuna squadra che si abbassa all’inverosimile e, con i ritmi bassi del calcio-Covid, può organizzarsi in modo ancora più semplice. Insomma, se i tifosi mettono sotto processo Sarri (e alcuni lo condannano per direttissima), la società tiene i nervi saldi perché in questo momento ogni giudizio è sospeso. Sarri verrà giudicato nel corso dei prossimi due mesi. In campionato e, soprattutto, in Champions League, la competizione per la quale era stato scelto il suo gioco, sicuramente più adatto all’Europa, dove le squadre difficilmente si chiudono, che all’Italia dove il dominio può anche portare alla sterilità. Sarri non rischia ora, rischierebbe qualora fallisse in campionato e in Champions League.

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