Juve, giocatori: siete con Sarri?

Movimenti senza palla, intensità, intraprendenza: o passano questi concetti o si butta via una stagione
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Non c’è alternativa, ora lo si è capito. O il bianco o il nero. O si torna convintamente agli originari progetti di sarrismo, oppure questo nuovo s’arrabattismo fatto di compromessi e inconcludenti tentativi di mediazione è destinato a produrre ben pochi risultati. Oltre che a sancire una sconfitta in un certo senso filosofica. L’obiettivo dei dirigenti bianconeri - nel momento in cui avevano scelto di voltare pagina rispetto alla gestione Allegri ed affidarsi a Maurizio Sarri - era quello di dare una scossa all’ambiente e di far compiere alla squadra un balzo verso un gioco più “totale”, coinvolgente, in un certo senso spettacolare e forse in un certo qual modo più europeo. Tutta una serie di complicanze ed imponderabili difficoltà (financo una pandemia con annessa interruzione della stagione proprio quando certi meccanismi parevano iniziare a girare) hanno finito per rendere la scossa di cui sopra inutile. Impalpabile. Se non addirittura deleteria. Al di là degli avvenimenti virologici, ci sono infatti anche degli aspetti tecnici che non possono essere sottovalutati se si vuole davvero svoltare. Se si vuole evitare che ai tonfi in Supercoppa e Coppa Italia facciano seguito altre fragorose cadute.

Già con il Milan Juve spenta

Già contro il Milan si era vista una Juventus spenta, poco aggressiva, quasi per nulla pericolosa. Lo stesso contro il Napoli: possesso palla sterile, poche occasioni pericolose, nessun gol. Bene inteso: è vero che un ritardo di condizione fisica può aver condizionato non poco la prestazione bianconera al cospetto d’un Napoli composto di agili brevilinei, più agevolati a ritrovare la forma ottimale dopo lo stop da lockdown. Ma è anche vero che quanto visto all’Allianz Stadium e all’Olimpico non si discosta molto dallo spettacolo (o non spettacolo) offerto nella maggior parte delle partite della Juventus sino ad ora. Partite in cui di sarrismo ce n’è stato pochino. Toh: il primo tempo contro il Napoli, le sfide contro l’Inter, una parte del 2-2 contro l’Atletico Madrid in Champions. Per il resto, arrancate vittorie di misura, qualche passo falso inatteso o addirittura le lezioni strategiche impartite da Simone Inzaghi e dalla sua Lazio. Quasi che ci fosse una sorta di difficoltà di fondo, da parte dei giocatori bianconeri, a recepire o mettere in pratica o sposare i principi di gioco sarriani.

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