Retroscena Higuain, bomber duro ma con il cuore tenero

L'attaccante della Juve ha sofferto molto dal punto di vista emotivo la pandemia, tra la malattia della madre e il dubbio di rimanere a Baires
Retroscena Higuain, bomber duro ma con il cuore tenero© Marco Canoniero

TORINO - Sembra un duro, Gonzalo Higuain, con quell’aria caparbia, che quest’estate ha tenuto testa alla dirigenza juventina, intenzionata a cederlo ma costretta a tenerlo per la sua inflessibile volontà di restare e dimostrare di essere un campione all’altezza della Vecchia Signora. Eppure, il centravanti argentino ha un animo tenero: sotto quella scorza rude e spigolosa, da bomber spietato, batte un cuore d’oro, e pure un po’ timoroso. La malattia della madre Nancy, insieme con la pandemia da Coronavirus che ai primi di marzo ha iniziato a flagellare l’Italia, lo hanno colpito duramente e hanno messo a dura prova i suoi nervi. Non è un caso che sia stato il primo bianconero (Cristiano Ronaldo a parte) a lasciare Torino - una volta che ha saputo di essere negativo al tampone - per rientrare in fretta e furia in Argentina, non è un caso che sia stato anche l’ultimo a ritornare in Italia, perché non voleva lasciare la famiglia (non soltanto la mamma, ma anche la figlia Alma, che ha due anni) e perché aveva reagito in maniera più emotiva di altri nei confronti del contagio. Insomma, non è un cuor di leone il Pipita, soprattutto quando si tratta di affetti e di salute, ma ha saputo trovare dentro di sé la forza per superare gli ostacoli.

Le carezze

I tecnici che lo conoscono bene, prima fra tutti Maurizio Sarri, ma anche Massimiliano Allegri, hanno capito che Higuain ha bisogno di essere coccolato per rendere al meglio. L’argentino deve sentire la fiducia intorno a sé, deve essere corteggiato e parte integrante del progetto, altrimenti non riesce a esprimere il suo potenziale. Nella passata stagione ha deluso lontano da Torino: sia al Milan sia al Chelsea, nonostante la conquista dell’Europa League, non si è sentito importante e non è riuscito a lasciare il segno. Persino Giorgio Chiellini, che lo ha avuto prima come avversario e poi come compagno di squadra, ha colto questo particolare del suo carattere. «L’ho odiato, ma conoscendolo mi ha sorpreso: i 9 sono egoisti, fanno un mestiere a parte, però lui ha un lato generoso, giocherellone. E’ un ragazzo impegnativo perché devi coccolarlo, stimolarlo. Ha bisogno di affetto per alimentare le potenzialità incredibili che ha». Il ritorno al gol contro il Lecce lo ha ricaricato perché ha cancellato questi mesi bui, come ha sottolineato lo stesso Sarri. «Higuain ha sofferto nell’ultimo periodo, questa pandemia lo ha molto colpito e segnato. Sembravamo dei pazzi a parlargli di calcio. Fa piacere il rientro dopo un brutto periodo e che si sia completamente riconciliato col calcio. E’ uno degli attaccanti centrali più forti che ci sono circolazione. Averlo in piena efficienza può essere determinante per noi per il finale di stagione».

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Il futuro

Sarri ha ritrovato il suo centravanti, tanto evocato in questa ripartenza della stagione senza 9 per via dell’infortunio capitato a Gonzalo a inizio giugno, il Pipita ha invece ritrovato se stesso e il suo equilibrio interiore. «È stato un periodo brutto - ha detto Higuain -. Per la pandemia, per la salute di mia mamma, ma ho cambiato qualcosa nella mia testa e ho capito che la squadra aveva bisogno di me. Mi sono messo a disposizione per finire la stagione da professionista, per rispetto di tutti e tutti si hanno aiutato. Ora sono felice». La gioia del Pipita può essere utile sia nella corsa scudetto sia in Champions League. E poi si vedrà: in primavera si era parlato di un ritorno di Higuain al River Plate, il club dove è cresciuto, ma dovrebbe ridursi drasticamente l’ingaggio da 7,5 milioni a stagione. L’attaccante ha ancora un anno di contratto con la Juventus, ma come la passata estate i bianconeri vorrebbero cederlo. Se trovano un acquirente e se il Pipita è disposto a fare uno sforzo economico.

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