Se Sarri vince resta ma qualcuno parte: il piano della Juve

Prima lo scudetto, poi i conti. La squadra sarà rinnovata: ora però serve massima concentrazione per campionato e Champions
Se Sarri vince resta ma qualcuno parte: il piano della Juve© Juventus FC via Getty Images

State calmi e vincete lo scudetto. Sarebbe una grande maglietta e anche se alla Continassa vanno di più giacca e camicia, il mantra diffuso dai dirigenti è quello. Zero processi, zero ansie, zero negatività: sarebbero tre pericolose scorciatoie verso un disastroso fallimento che va evitato perché se la Juventus non ha vinto nessuna delle ultime tre partite, restano ineludibili la classifica e i suoi numeri. La squadra di Sarri aveva ricominciato dopo il lockdown con un punto di vantaggio sulla Lazio, oggi ne ha otto (e sei sull’Inter). E se la rocambolesca sconfitta di San Siro e il pareggio di mercoledì sera contro il Sassuolo non hanno esattamente esaltato i vertici societari, c’è la consapevolezza di quanto sia sdrucciolevole esprimere giudizi in questo calcio che ha troppe stranezze per trarne indicazioni attendibili. Perciò vale la regola d’oro che ha guidato la storia della società: prima si vince, poi si ragiona. Regola che, applicata alla situazione attuale, si traduce con la conferma di Maurizio Sarri in caso di vittoria dello scudetto.

Ipotesi esonero senza scudetto

Se non dovesse farcela, allora si aprirebbe un tavolo di crisi e la soluzione dell’esonero non sarebbe poi così remota. Ma in questo momento è un’opzione che non viene presa in considerazione (non esiste, per esempio, una lista di nomi alternativi e l’ipotesi Pochettino, circolata nella giornata di ieri, non ha trovato alcun riscontro concreto). Anche perché perdere questo scudetto significa, data la situazione attuale e il calendario, combinare un pasticcio epocale, pure peggiore di quello del 2000, quando incise la pioggia di Perugia. Detto ciò, in questo momento, Sarri gode della fiducia del club, dove c’è la consapevolezza che nelle ultime tre partite la Juventus ha affrontato le tre squadre più in forma di questo strano finale di campionato (Milan, Atalanta e Sassuolo). Piuttosto vengono analizzati problemi ricorrenti, come per esempio i famigerati cali di tensione, che non hanno caratterizzato solo due delle ultime tre gare, ma sono una costante dall’inizio della stagione e, a ben vedere, trovano dei precedenti anche nell’ultimo anno di Allegri, durante il quale la sindrome delle partite a due facce aveva fatto la sua comparsa.

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