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Uno sbadiglio di troppo. Eppure, non dev’essere semplice essere Arthur Melo in questo periodo. Anzi, è maledettamente difficile. E già, perché, a differenza di Maurizio Sarri (che ha mantenuto Miralem Pjanic al centro del proprio progetto stagionale, pur escludendolo dalla formazione titolare nelle ultime due partite), Quique Setién ha retrocesso la mezzala brasiliana fino all’ultima posizione della lista dei suoi centrocampisti. Ed è per questa ragione che la responsabilità di quello sbadiglio ricade, almeno al 50%, sul tecnico.
Anche perché è stato lo stesso Setién a mettere più volte l’accento sugli «eccellenti allenamenti» sostenuti dal neo bianconero, che ha sfruttato la sospensione delle competizioni per correggere gli errori che non gli avevano permesso di sfondare fino ad allora e pianificare il proprio futuro che, per ironia della sorte, in quel momento, non avrebbe mai immaginato lontano dal Camp Nou. Come noto, poi, agli «eccellenti allenamenti» con il resto del gruppo, Arthur ha aggiunto sessioni individuali a casa con l’obiettivo di migliorare uno degli aspetti per cui è stato più criticato: la resistenza. Praticamente mai, infatti, anche ai tempi Ernesto Valverde è rimasto in campo per tutta la partita: «Un ottimo calciatore per 60 minuti», si continua a dire di lui. Allo stesso tempo, ha migliorato l’alimentazione, affidandosi a un esperto, per prevenire gli infortuni muscolari che lo hanno tormentato negli ultimi due anni. Senza dubbio un’ottima notizia per la Juventus. E probabilmente lo sarebbe anche per il Barça se Setién gli desse un’opportunità. Ancora oggi, infatti, nessuno a Barcellona discute le sue qualità tecnico-tattiche. Ed è per questo che se la nuova mentalità di Arthur si declinerà in campo in una maggiore resistenza, per i tifosi bianconeri, saranno gioie