Pagellone Juve: i voti alla stagione giocatore per giocatore

Bentancur e Cuadrado decisivi. L’affidabilità di Szczesny e Buffon, il carisma di Bonucci, il prezioso lavoro di Chiellini nello spogliatoio, il talento di Demiral, l’utilità di Matuidi, la svolta di Bernardeschi e Rabiot, la scheggia Douglas Costa
Pagellone Juve: i voti alla stagione giocatore per giocatore© Juventus FC via Getty Images

WOJCIECH SZCZESNY 9
Rimangono negli occhi le sue strepitose parate contro il Sassuolo, in una delle partite più drammaticamente chiave della corsa scudetto, ma Szczesny è stato determinante lungo tutto il campionato, con un rendimento costante e affdabile. E’ migliorato ancora, come capita ai grandi portieri che si perfezionano anche dopo i trenta e la vicinanza di Buffon contribuisce non poco a questo. E’ nel solco dei grandi numeri uno della storia juventina.

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GIGI BUFFON 9
Arriva al suo dodicesimo scudetto con l’entusiasmo che forse non aveva nemmeno per il primo e una forma psicofisica eccellente. Determinante ogni volta che è stato chiamato a giocare (8 partite), fondamentale con la sua leadership nello spogliatoio. Le parate nella partita contro il Verona allo Stadium e nel derby sono una sorprendente garanzia che il rinnovo di contratto, che lo porterà a giocare fino a 43 anni è la follia più saggia del mondo.

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LEONARDO BONUCCI 8,5
E’ stato il leader in campo per tutto il campionato. Senza Chiellini, che si è fatto male dopo la prima giornata, Bonucci si è trovato a comandare la difesa e governare la squadra per il resto della stagione. Ci è riuscito bene, aiutando De Ligt a crescere e Sarri a compiere il suo ambizioso progetto difensivo. Se proprio si deve trovargli un difetto è in certe sbavature in marcatura: peccati veniali in confronto al grande lavoro invisibile, ma indispensabile.

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MATTHIJS DE LIGT 9
Fenomenale. Scaraventato in un nuovo campionato, un modo di difendere radicalmente diverso, una pressione decuplicata rispetto alla levità dell’ambiente Ajax, con il peso di un costo quasi ronaldesco (75 milioni), il ragazzo è diventato una certezza granitica nel giro di pochi mesi e, in questo momento, è uno dei difensori più forti e solidi in Europa. Tutto questo sarebbe già straordinario, ma date un’occhiata all’età: 21 anni da compiere il 12 agosto.

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GIORGIO CHIELLINI 7
Voto assegnato per il lavoro svolto nello spogliatoio, prezioso nei momenti difficili della stagione quando c’era da ricompattare la squadra. E’ andato pazientemente in panchina, ha fatto gruppo e ha lavorato per tornare dopo il grave infortunio ai legamenti. E’ stato capitano non giocatore, ruolo difficile e, talvolta, frustrante, ma è stato anche decisivo nel trovare l’accordo sul taglio degli ingaggi causa Covid, dando un segnale a tutta Europa.

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MERIH DEMIRAL 7,5
Ha giocato poco, ma il suo talento difensivo è così lampante da aver abbagliato milioni di tifosi, innamorati a prima vista di un potenziale erede di Paolo Montero per temperamento agonistico. Il turco sembrava uno di passaggio, ma i dirigenti si sono affrettati a negarlo a chiunque lo chiedesse e già vedono stagliarsi nel futuro una coppia d’acciaio con De Ligt, del quale Demiral è più vecchio di un solo anno. Dieci anni di difesa assicurati.

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DANILO 7,5
Onesto e affdabile. Non è un fenomeno, ma se giochi nel Real Madrid, nel Manchester City, nella Juventus e nel Brasile senza sfigurare e dando il tuo contributo, significa che appartieni comunque alla categoria dei campioni. Danilo ha segnato anche qualche gol (pesante quello con il Sassuolo), piazzato qualche assist e, soprattutto, è stato uno dei giocatori che senza troppe parole, ma con molti fatti, ha tenuto in ordine lo spogliatoio.

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JUAN CUADRADO 8
Eccezionale sia come terzino sia come ala, ha tenuto a bada la fascia destra con impressionante continuità, senza mai perdere la sua qualità e la capacità di saltare l’uomo anche quando era basso. E’ stata una delle pedine decisive della stagione e uno degli uomini più utili a Sarri, che ha potuto contare sempre sulla sua duttilità. E’ stata la sua stagione migliore da quando è arrivato alla Juventus, la più concreta e la più utile alla squadra.

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ALEX SANDRO 7,5
Partito in modo sontuoso, sembrava essere il più veloce ad adattarsi al gioco di Sarri. Poi ha avuto una flessione durante l’inverno, qualche piccolo stop per infortunio e qualche passaggio a vuoto, ma la media del suo rendimento resta ottima e non ha fatto mancare gol e assist. In un ruolo che vive una crisi di vocazione internazionale, resta uno dei migliori in circolazione, nonostante le sue pause e qualche limite difensivo.

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MATTIA DE SCIGLIO 6,5
E’ ancora una volta un esercizio difficile esprimere un giudizio compiuto su questo ragazzo davvero sfortunato. Il fatto che tutti gli allenatori che ha avuto abbiano deciso, all’inizio della stagione, di puntare su di lui parla chiaro sul suo talento, però il misero conto delle presenze a fine stagione è un’impietosa mannaia che cala sui suoi sogni di gloria. A sprazzi, quando è apparso in campo, ha saputo essere diligente e ficcante.

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DANIELE RUGANI 6,5
Se corre con le monoposto di Formula 1 anche una Lamborghini da strada può sembrare lenta. Rugani convive da cinque anni con i più forti difensori del mondo e qualche volta fa bella figura, qualche volta meno, ma si trova l’asticella più alta in circolazione e questo non sempre viene considerato da chi lo stronca. Anche quest’anno si è fatto trovare pronto e non lo si può accusare di errori clamorosi o decisivi, solo di non essere forte come Chiellini.

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RODRIGO BENTANCUR 9
Strepitoso salto di qualità per l’uruguaiano che ha deciso di mantenere le promesse tutte in un a volta. Tignoso in interdizione, tecnico nella gestione del pallone, fenomenale per intensità lungo tutti i 90 minuti. E’ un centrocampista moderno, è il prototipo sul quale la Juventus deve costruire il reparto del futuro per dominare in Champions League. Deve limare qualche ingenuità che è costata cara e, magari, fare qualche gol, ma ha 23 anni.

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BLAISE MATUIDI 7,5
Non cattura l’occhio e quando lo fa non è per soddisfare gli esteti del pallone, eppure senza di lui veniva meno l’iniziale equilibrio trovato da Sarri, che lo ha utilizzato per coprire le spalle a Ronaldo. Con la sua infinita capacità polmonare e la rapidità di lettura delle situazioni, andava a tappare i buchi difensivi lasciati da CR7 in libera uscita. Compito infame perché a tanta fatica corrisponde poca gloria. La sua esperienza è stata spesso indispensabile.

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MIRALEM PJANIC 7,5
Doveva essere l’uomo dei 150 palloni giocati a partita, cifra che ha soltanto sfiorato in qualche occasione. Per il resto è stato uno dei migliori Pjanic che la Juventus abbia visto, almeno fino a dicembre, quando ha iniziato a calare di condizione, perdendo velocità di gambe e di testa. Resta comunque un perno essenziale del meccanismo di gioco juventino, Sarri o non Sarri, perché con lui tutto gira sempre con un po’ più di logica.

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ADRIEN RABIOT 7,5
Il brutto anatroccolo è diventato cigno nel momento decisivo della stagione, grazie alla pazienza della società, la fiducia di Sarri e l’orgoglio tirato finalmente fuori dopo tante critiche e qualche sberleffo. Non ha un carattere facile, ma il talento calcistico è quello che si era intravisto due anni fa, quando le peripezie contrattuali lo avevano fatto sparire dal campo. Ci è ritornato non senza difficoltà e sembra destinato a rimanerci per un po’.

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AARON RAMSEY 6,5
Strappa un voto alto per i gol, uno dei quali decisivo in un momento cruciale della stagione (Juventus-Inter di marzo), perché poi resta un mistero. Un anno dopo il suo arrivo a Torino non è ancora chiaro il suo ruolo esatto (mezzala? trequartista? regista?) e lui stesso si muove nella squadra con qualche impaccio nel trovare la posizione e la distanza dai compagni. Troppi infortuni lo rendono, al momento, inaffidabile.

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FEDERICO BERNARDESCHI 7,5
All’inizio era alla disperata ricerca di un ruolo, sballottato ovunque da emergenze ed esperimenti. Non ne ha certamente giovato, perdendo fiducia e determinazione. Poi la svolta dopo il lockdown: Sarri lo ha piazzato all’ala, con precisi compiti in entrambe le fasi. E lui ha messo al servizio la sua gamba e la sua fisicità per dare un contributo fondamentale alla fase difensiva. Gli è mancata la gioia del gol, sfiorato in più occasioni, ma ha ritrovato se stesso.

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DOUGLAS COSTA 7,5
Se avesse testa e continuità atletica sarebbe probabilmente all’altezza di Ronaldo. Avendo carenze sia a livello di applicazione che, soprattutto, a livello fisico, resta un giocatore che utilizzato come ha fatto Sarri nelle ultime giornate (arma letale da sparare nell’ultima mezzora) riempie gli occhi e crea enormi problemi alle difese avversarie. A Genova ha incastonato un altro dei suoi diamanti che gli vale il posto nei filmati di fine stagione.

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PAULO DYBALA 10
L’anno della maturazione, della metamorfosi in campione decisivo per la squadra, di uomo dai gol pesanti che non manca nei momenti decisivi. Se non è un abbaglio del dopo Covid, la Juventus ha trovato il leader del prossimo ciclo, il giocatore intorno al quale costruire il futuro. Anche la posizione in campo non è più un problema: riavvicinato alla porta da Sarri, è tornato a segnare con puntualità, ma anche da trequartista funziona bene.

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CRISTIANO RONALDO 10
Non ha mai avuto una flessione, ha sempre segnato, ha spesso risolto: tutto ciò che ti aspetti dal più forte del mondo. In più ha regalato alcuni gol spettacolari (quello alla Samp a Marassi su tutti) e mostrato una disponibilità, mai vista di recente, nell’adattarsi al gioco a due tocchi di Sarri. Il fatto che ci sia ancora qualcuno che lo metta in discussione o metta in discussione l’utilità del suo acquisto è una folle eresia calcistica.

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GONZALO HIGUAIN 7
Il solito Higuain: partito bene, volenteroso e determinante. Poi l’abnegazione viene meno e alle prime difficoltà si fa travolgere dai suoi demoni, accartocciando il suo enorme talento. Alla Juventus di questa stagione è mancato spesso il suo apporto, ma gli va dato atto che l’incipit stagionale, ormai lontano dodici mesi, è stato dei migliori e quei gol sono comunque serviti ad accumulare punti importanti nel conteggio finale.

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SAMI KHEDIRA 6,5
Voto sulla fi ducia, dato al campione che ha dimostrato nei suoi anni alla Juventus di essere uno dei centrocampisti più utili alla squadra di tutta Europa. Difende, fa gol, fornisce assist, conosce il calcio e i suoi tempi, per cui raramente si trova nel posto sbagliato. O meglio si trovava, perché ha vissuto un’altra stagione falcidiata dagli infortuni che lo hanno reso un membro virtuale della rosa, lui che poteva essere il giocatore di Sarri per eccellenza.

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EMRE CAN 5,5
Non è solo colpa sua, per carità. Ha percepito la sfiducia con l’esclusione dalla lista Uefa e si è involuto. Ma ha anche gettato al vento tutte le occasioni che Sarri gli ha dato in campionato. Alla fine è stato ceduto a gennaio per un’esigenza economica più che per una scelta tecnica e lui è, parzialmente, rinato a Dortmund. Poteva finire in un altro modo, ma i limiti caratteriali del tedesco avrebbero potuto essere un limite nel futuro.

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CARLO PINSOGLIO 6
E’ un uomo spogliatoio di inestimabile valore. Chiedete a qualsiasi allenatore e vi confermerà che uno come lui è necessario, per stemperare, per caricare, per fare gruppo. La sua amicizia con Ronaldo è diventata una specie di telenovela che fa sorridere i tifosi, quando vedono il più grande del mondo che scimmiotta i modi dire del terzo portiere con cui ha stretto un rapporto solidissimo. E Buffon assicura che se dovesse andare in porta non sfigurerebbe.

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WOJCIECH SZCZESNY 9
Rimangono negli occhi le sue strepitose parate contro il Sassuolo, in una delle partite più drammaticamente chiave della corsa scudetto, ma Szczesny è stato determinante lungo tutto il campionato, con un rendimento costante e affdabile. E’ migliorato ancora, come capita ai grandi portieri che si perfezionano anche dopo i trenta e la vicinanza di Buffon contribuisce non poco a questo. E’ nel solco dei grandi numeri uno della storia juventina.

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