Juve, Bentancur, Arthur e Rabiot per sopperire all'assenza di un regista puro

Nonostante non ci sia un "nuovo Pirlo", c'è una spiccata solidità nella mediana. E anche McKennie tornerà utile
Juve, Bentancur, Arthur e Rabiot per sopperire all'assenza di un regista puro

TORINO - Uno, nessuno e centomila. L'uno, nel senso innanzitutto di unico, è Andrea Pirlo: oggi per la prima volta seduto in panchina, ma fino a ieri artista del pallone senza eguali. E nessuno, giust'appunto, risponde alla domanda su chi - nel centrocampo attuale della Juventus - possa ricalcarne fedelmente le sue orme, equivoco subito spazzato via anche dallo stesso Maestro nel corso della conferenza stampa di presentazione. Centomila - questa volta, evidentemente, in senso lato - sono infine le soluzioni a disposizione del tecnico bianconero per compensare la mancanza in rosa di una fonte che alimenti il gioco con acqua cristallina come era solito fare in prima persona da calciatore. «Un nuovo Pirlo? Ci sono tanti giocatori forti in squadra: sono dei campioni e andranno sfruttati al meglio per quelle che sono le loro caratteristiche», la strada indicata davanti ai microfoni. Centomila no, insomma, ma almeno tre sicuramente sì. Perché Rodrigo Bentancur, Adrien Rabiot e l'ultimo arrivato Arthur hanno tutte le qualità per sopperire all'assenza di un playmaker puro e, al contempo, garantire una spiccata solidità al reparto. In una mediana - quella che sta nascendo in questi giorni alla Continassa - decisamente votata all'eclettismo dei suoi interpreti, in grado di assicurare un prezioso mix di tecnica ed agonismo. In virtù, anche, di un'età media che il mercato inscenato da Fabio Paratici sta abbassando.

Un centrocampo, allo stesso modo, incline a quel concetto di calcio con continue rotazioni che lo stesso Pirlo ha messo in cima alla scala delle priorità: «Servono giocatori sempre in movimento, che abbiano la voglia di attaccare e la gioia di riconquistare subito il pallone». Movimenti che - lungo lo spartito di una gara, ma anche all'interno di una singola azione - possano portare gli elementi della mediana ad invertirsi tra di loro, assicurando imprevedibilità alla manovra e togliendo punto di riferimento agli avversari. Il materiale nelle mani dell'allenatore bianconero, in questo senso, può insomma rivelarsi estremamente prezioso. Bentancur ha già esplorato tutti i ruoli del centrocampo: cresciuto di partita in partita da interno, l'uruguaiano ha fatto le prove generali da vertice basso davanti alla difesa ereditando la cabina di regia da Pjanic negli ultimi mesi dell'ultima stagione. Agendo persino da trequartista, in qualche occasione, quando in autunno il progetto tattico di Maurizio Sarri era ancora votato al 4-3-1-2. Percorso di crescita variegato, allo stesso modo, anche per Arthur. Che si è affermato in Europa con la maglia del Barcellona da mezzala, ma che con il Gremio ha mosso i primi passi da tuttofare di una mediana a due: il celebre “doble 5” della tradizione verdeoro. In virtù di queste caratteristiche i due sudamericani potranno insomma invertirsi posizioni e mansioni con estrema fluidità, al pari di quel Rabiot che lo stesso Sarri fin dalla scorsa estate aveva provato con compiti di impostazione prima del crescente finale di campionato da interno, sovente di sinistra ma all'occorrenza anche di destra. Un quadro tattico, dunque, in cui concettualmente si inserisce alla perfezione anche il primo acquisto di mercato frutto delle indicazioni e delle esigenze di Pirlo.

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E quindi Weston McKennie che - al momento forse ancora meno dotato dei compagni nel palleggio, ma più votato ad un’interpretazione aggressiva del ruolo - con la maglia dello Schalke 04 ha già sperimentato tutti i ruoli del centrocampo, ritrovandosi in più d’una circostanza a tappare buchi anche da terzino e persino da difensore centrale. «Ho già dimostrato di potermi adattare ad ogni ruolo: posso giocare ovunque, a parte in porta. A meno che me lo chieda il mister...», scherzava in Germania. Un assist per Pirlo... alla Pirlo.

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