Pirlo con 11 allenamenti veri, cosa vi aspettavate? E ascoltate CR7

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Pirlo con 11 allenamenti veri, cosa vi aspettavate? E ascoltate CR7

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la Juventus di Andrea Pirlo, finora, ha svolto undici allenamenti collettivi. In condizioni normali a questo punto si gioca la prima amichevole seria per verificare il livello di comprensione e  di applicazione delle nuove idee tattiche. Nel calcio ai tempi del Covid, la Juventus di Andrea Pirlo ha già disputato due partite di campionato, fornendo impressioni diverse e, a tratti, perfino contraddittorie. Esattamente come le prime amichevoli estive di una squadra che ha cambiato allenatore, progetto tattico e molti giocatori chiave. E' indispensabile, dunque, grande prudenza nei giudizi e l'analisi della prestazione bianconera di ieri a Roma deve tenere conto di questi fattori.

Ieri sera all'Olimpico, Pirlo si è certamente concesso qualche azzardo di formazione. E l'ha pagato. Cuadrado a sinistra non morde la partita, è meno ficcante e produttivo, pur rimanendo diligente. Kulusevski largo ha faticato: strano, è il ruolo che svolgeva a Parma, ma probabilmente aveva meno uomini schierati davanti a lui e comunque ha avuto spunti estemporanei ma notevoli. Morata era alla prima partita dopo tre allenamenti seri con la squadra: diciamo che aveva capito che i suoi erano quelli con le strisce bianconere, ma sul resto c'è da lavorare, a partire dall'intesa con Ronaldo (ieri qualche piede pestato si è visto).

Ma non è solo colpa di una formazione sperimentale (da amichevole, appunto). C'è stata anche un'applicazione meno concentrata delle transizioni, così che troppo spesso la difesa è stata esposta al contropiede romanista che, oltretutto, si stendeva in modo molto ben organizzato. Il secondo gol della Roma grida vendetta per il posizionamento della squadra, che aveva appena raggiunto il pareggio e doveva gestire gli ultimi secondi del primo tempo. McKennie, Ramsey e Kulusevski sono tra i principali imputati in quell'azione, ma in generale la squadra era posizionata in modo approssimativo. Ma si torna al discorso di prima: è un errore abbastanza tipico delle prime uscite di una squadra rinnovata nel progetto tattico e in molti uomini chiave.

Ma i singoli sono forti e motivati: Kulusevski ha talento enorme, Morata deve ambientarsi e garantisce il suo contributo, Dybala sta per recuperare (già perché questa squadra ha anche Dybala) e magari in settimana arriva anche un esterno. Forse McKennie ha scintillato molto meno rispetto a Juventus-Sampdoria e si è attirato giudizi critici ingenerosi. Lo si deve giudicare sull'arco di tre mesi, ora si rischiano le montagne russe. Rabiot era in una giornata pessima: non ne ha azzeccata una, dal numero eccessivo di palloni persi al nervosismo, alla scarsa lucidità nella gestione del possesso. Il voto alla prestazione deve essere giustamente severo, ma una serataccia non può compromettere il giudizio positivo che iniziava a formarsi su di lui. Certo, Bentancur in panchina è un lusso che forse questa Juventus non può permettersi e qui torniamo alle scelte di formazione, che forse per Pirlo avevano anche il valore di test. 

Detto ciò, la Juventus paga la noia dei nove scudetti che incattivisce i critici (e chissà forse anche molti suoi tifosi) spingendoli a giudizi inclementi nell'occhiuta ricerca di segnali dell’imminente crollo dell'impero. Può darsi che questo sia l'anno in cui la Juventus interromperà il filotto di campionati, ma dirlo ora, dopo due partite, non ha valenza tecnica: è cartomanzia, non critica. Pirlo deve lavorare ancora tanto, ma parte da un presupposto importante: lo spirito di gruppo rinnovato e rinsaldato. Il fatto che nel momento critico (sotto di un gol e con un uomo in meno), la squadra abbia trovato la forza di pareggiare, per poi cercare anche il gol vittoria è un segnale in netta controtendenza rispetto allo scorso anno, quando nelle difficoltà la Juventus si scioglieva.

Ronaldo, infatti, è esaltato dal nuovo corso e ha speso parole importanti a fine partita. Importanti perché CR7 oltre a essere uno straordinario giocatore è la più grande azienda di comunicazione che esiste nel mondo del calcio, quindi quando parla non è mai per caso e non sono casuali le parole che spende. L'entusiastico appoggio che ha dato a Pirlo e al suo progetto è significativo («Con questo spirito collettivo saremo più forti che mai. Con Pirlo la squadra è più contenta») Il resto dovrà arrivare: (l'organizzazione, le distanze, l'intesa): sarà compito di Pirlo e sarà il terreno su cui la Juventus si giocherà la stagione.

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