Juve-Napoli: dal 3-0 al Tar, ecco cosa può succedere ora

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Juve-Napoli: dal 3-0 al Tar, ecco cosa può succedere ora

Care amiche e cari amici di Tuttosport,
non sarà una cosa breve. Inutile illudersi che Juventus-Napoli duri poco, con Aurelio De Laurentiis, che sta affilando gli artigli dei suoi avvocati per sguinzagliarli anche in sede di giustizia ordinaria (qualcuno ha detto Tar?), si rischia di chiudere la vicenda fra mesi e comunque non certo domani, quando il giudice sportivo decreterà il 3-0 in favore della Juventus e, molto probabilmente, il punto di penalizzazione del Napoli, reo di non essersi presentato a Torino. Quella decisione varrà per stilare la classifica nell'immediato, ma verrà impugnata dal Napoli per quella che sarà una lunga battaglia. D'altra parte le istituzioni calcistiche, Lega Serie A innanzitutto, ma anche la Figc, sono decise a tenere la posizione, consapevoli che garantire il regolare svolgimento del campionato la linea del Piave oltre la quale c'è la prospettiva concreta di un'implosione economica del sistema calcio in Italia con il fallimento di club e il rischio di un default drammatico per tutto il movimento. E comportamenti come quelli del Napoli, reiterati anche da altri club, non consentirebbero al campionato di arrivare a Natale.

Ma intanto l'attenzione è tutta sulla battaglia giuridico-politica fra la Lega Serie A e il Napoli. Le posizioni si stanno chiarendo e tutto ruota intorno alla decisione della Asl di impedire la trasferta della squadra azzurra a Torino. Proviamo a fare chiarezza su questo punto perché è fondamentale. 

Poteva intervenire la Asl? 
Certamente sì.

Doveva intervenire la Asl? 
Non necessariamente, soprattutto se il Napoli si fosse attenuto al protocollo Figc-Governo che è, a tutti gli effetti, una norma e garantiva al Napoli la possibilità di uscire dall'isolamento fiduciario per disputare la partita. A patto che il Napoli avesse provveduto a a creare la cosiddetta “bolla” per il gruppo squadra, dopo la notizia della prima positività (Zielinski) o, addirittura, dopo la notizia della positività dei genoani.

Il Napoli ha creato la bolla? 
Sembra di no, anche se non si può ancora affermare con certezza. Se non avesse provveduto alla creazione della bolla, il Napoli avrebbe violato il protocollo e, quindi, sarebbe passibile di ulteriori sanzioni, ma soprattutto la violazione avrebbe creato l'impedimento di di arrivare a Torino.

Che cos'è la bolla? 
Significa radunare tutto il gruppo squadra (quindi non solo i giocatori, ma anche lo staff tecnico, quello medico, i magazzinieri e eventuale altro personale) in una struttura definita e indicarla alle istituzioni sportive e mediche. Così ha fatto, per esempio, la Juventus quando ha scoperto la positività di due dipendenti (non facenti parte dello staff tecnico, ma del gruppo squadra).

Se il Napoli non avesse creato la bolla, avrebbe innescato l'intervento della Asl, obbligatorio perché i giocatori non sarebbero più stati "atleti professionisti", tutelati dal protocollo Figc-Governo ma liberi cittadini, cui viene fatto divieto di viaggiare, perché considerati a rischio, dopo il contatto stretto con un positivo. Il nocciolo della questione è, quindi, stabilire se il Napoli ha seguito in modo attento il protocollo. Se non l'avesse seguito si tratterebbe già di una violazione in sé (punibile con punti di penalizzazione) e che, per di più, ha prodotto l'impossibilità di viaggiare (l'applicazione del protocollo lo avrebbe consentito). Il Napoli, da parte sua, porterà in tutte le aule la teoria del "legittimo impedimento" a raggiungere Torino: perché la Asl Napoli 2 ha vietato la trasferta, come da documento presentato dal club. E la Lega, come la Figc, imputeranno al Napoli la non applicazione del protocollo anche in questo caso: perché chiedere un parere alla Asl di fronte all'esistenza di un protocollo specifico solo da applicare? Non sarà facile dirimere la questione.

Sotto il profilo della giustizia sportiva è evidente e chiara la colpa del Napoli ma, usciti da quell'alveo, come si può contestare una decisione di una Asl in una situazione generale di emergenza Pandemia? Certo, il protocollo è una norma del Governo a tutti gli effetti e, come tale, poteva essere rispettata, ma proprio il protocollo contiene delle fessure nelle quali si possono inserire le autorità sanitarie locali (curioso comunque che le Asl campane siano intervenute per la prima squadra del Napoli e non per la Primavera o per la Salernitana, regolarmente partite in trasferta in situazioni analoghe). 

Ad ogni modo, la battaglia in sede di giustizia ordinaria potrebbe portare anche a un altro risultato. E, chissà, Juventus-Napoli potrebbe addirittura disputarsi sul campo più avanti. Ammesso che ce ne sia bisogno. Perché il campionato potrebbe essere nel frattempo essere stato inghiottito da un caos di rinvii, legati ai ricorsi alle Asl locali per non disputare le partite in cui ci si sente penalizzati dalle assenze. 

Se lo svolgimento delle partite viene regolato dalle Asl invece che dal protocollo Figc-Cts il campionato non può finire. Se due giocatori positivi al Covid innescano una simile battaglia legale, nonostante l'esistenza di un regolamento concordato fra tutti i club e, peraltro, già applicato da almeno quattro squadre in altre partite (non ultima Napoli-Genoa), non è possibile pensare alla gestione dell'emergenza Covid nel calcio in modo collettivo. Se la domanda che si pone un club non è più: «Come faccio a disputare la partita?» e, invece: «Come faccio a non disputarla?», allora il Covid ha sconfitto il calcio italiano e se ne riparla a fine pandemia.

Ultima riflessione sul protocollo, che molti sostengono si debba cambiare. Forse migliorare, rendendolo più impermeabile agli interventi delle autorità locali e consentendo solo a un'autorità sanitaria nazionale (il Ministero della Salute o, al limite, al Cts) di impedire il regolare svolgimento delle partite. Per il resto è il protocollo che, con pochissime differenze, viene applicato dai principali campionati europei e dall'Uefa. E, finora, senza nessun intoppo.

PS. E la Juventus? La Juventus va avanti e pensa alla trasferta di Crotone, dopo la sosta. La Juventus in questa vicenda non c'entra assolutamente niente, è spettatrice interessata perché era l'avversaria del Napoli, ma non certo attrice nella vicenda. Tutto quello che doveva fare lo ha fatto, presentandosi allo stadio, come richiesto dalla Lega che non aveva rinviato la partita, e rispettando le regole. Anche quelle della «bolla», innescata subito dopo la notizia dei due positivi nel gruppo squadra (anonimi perché non parte della squadra, né dello staff tecnico di Pirlo).

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