Juve, diamo i voti al mercato di Paratici

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Juve, diamo i voti al mercato di Paratici© LAPRESSE

Care amiche e cari amici di Tuttosport
Diamo i voti al mercato della Juventus? Sì. E' arrivato il momento di scatenare l'inferno, l'armageddon fra gli eterni scontenti e gli ottimisti più sfrenati, con in mezzo tutte le sfumature emotive che provoca la campagna acquisti, il gioco più bello del mondo dopo il calcio.

E' finito il mercato più complicato degli ultimi dieci anni per la Juventus e per decine di altri grandi club europei, per lo più alle prese con una crisi di liquidità e con l'impellente necessità di contenere i costi. Sì, qualcuno ha speso, ma sono circolati molti meno soldi e meno campioni. Per giudicare il mercato della Juventus è necessario partire da questa premessa generale - l'effetto Covid" - e da alcune premesse specifiche della situazione bianconera.

La campagna acquisti della Juventus partiva da tre presupposti: impossibilità di investire denaro liquido; ridurre i costi del monte-ingaggi; ringiovanire la rosa. Obiettivi dati a Paratici e Cherubini per affrontare anni difficili, in cui la crisi economica farà sentire i suoi effetti sul calcio mondiale, riducendo le entrate, invece di espanderle come si prevedeva prima del virus. La Juventus, insomma, si prepara all'impatto dei prossimi due o tre anni, con una rosa giovane che potrebbe necessitare di pochi inserimenti; che potrebbe offrire opportunità di monetizzazione e che dovrebbe costare meno rispetto al recente passato. Questi erano gli obiettivi, in base a questi va valutato il mercato bianconero.

RINGIOVANIMENTO: 9
Sono usciti: De Sciglio (28), Douglas Costa (30), Higuain (32), Matuidi (33), Pjanic (30), Rugani (26), età media 30. Sono entrati: Arthur (24), Chiesa (22), Kulusevski (20), McKennie (22), Morata (27), età media 23. Missione compiuta brillantemente, visto che nel computo generale della squadra, l'operazione di ringiovanimento ha abbassato l'età media di quasi due anni, portandola attorno ai 27. E il fatto che nella rosa, se non proprio nel giro dei titolari, sia entrato un prodotto dell'Under 23 come Frabotta (21) è un altro segnale molto importante, non strettamente legato al calciomercato, ma che - per esempio - giustifica la cessione in prestito di Pellegrini e dà il via a quello che la Juventus spera diventi un'abitudine virtuosa: portare dalla seconda alla prima squadra almeno uno o due giocatori a stagione.

CESSIONI: 7
Sono, al solito, la parte più difficile del mercato di una grande squadra, non solo della Juventus. Il Barcellona quest'anno ha letteralmente regalato i giocatori (Rakitic, Vidal e Suarez su tutti) pur di abbassare il monte-ingaggi, mentre il Real Madrid ha regalato James Rodriguez, prestato Bale e gli unici incassi veri li ha realizzati vendendo giocatori giovani e forti (come Hakimi, Reguilòn e Oscar Rodriguez). Vendere trentenni (o quasi) che guadagnano tanto è un'operazione impossibile. La strada della risoluzione del contratto non è il massimo della vita, ma comporta comunque un risparmio (Higuain e Matuidi), il prestito rinvia il problema ma nell'immediato da respiro al bilancio (Rugani, De Sciglio, Douglas Costa), lo scambio produce comunque una plusvalenza (vedi Panic-Arthur). Paratici ha certamente sfrondato, ma l'operazione è costata, sia in termini di minusvalenze che di buonuscite. Forse una riflessione andrebbe fatta a monte, quando si rinnovano certi contratti o si concedono certi ingaggi, ma è un altro discorso.


ACQUISTI: 8.5
Alzi la mano chi conosceva bene Weston McKennie prima dell'acquisto della Juventus. E' un colpo che profuma di Vidal (inteso come cileno, non bagnoschiuma), arrivato anonimo ed esploso campione. Non è detto che l'americano segua la stessa vertiginosa parabola, ma promette bene. Ed è il tipo di acquisto virtuoso per il bilancio (può rivalutarsi molto e per il momento guadagna poco). Kulusevski potrebbe essere un colpaccio, perché ha fisico, testa e tecnica. Chiesa è un giovane (22), ma con una solidità calcistica consolidata da tre anni in Serie A e da 19 presenze in Nazionale. Vale 50 milioni? Forse non ancora, ma margini di crescita enormi e una leadership naturale che potrà essere coltivata sotto la guida dei Chiellini e dei Buffon. Arthur è un oggetto misterioso, più di quanto dovrebbe esserlo un nazionale brasiliano e giocatore proveniente del Barcellona, ma il fatto che sia arrivato nel quadro di un'operazione sostanzialmente finanziaria (scambio di plusvalenze) e l'ultima controversa stagione in blaugrana invitano alla prudenza: potrebbe però diventare un giocatore importante. Morata è il grande dubbio: sarà quello del 2015, quando i suoi gol trascinarono la Juventus a Berlino, o l'opaco bomber che ha girovagato per l'Europa negli ultimi cinque anni? Le qualità si conoscono: spirito di squadra, tecnica, disponibilità e capacità di non sbagliare le partite che contano (anche negli ultimi cinque anni). Potrebbe anche bastare.

QUESTIONE PUNTA: 6
E' stata la delusione del mercato, perché Luis Suarez o Edin Dzeko sarebbero stati colpi di alto livello, fuochi d'artificio della campagna acquisti. Il destino, tuttavia, ha deciso diversamente. Suarez a zero, in particolare, sarebbe stata un'operazione da 10, rimane invece un rimpianto legato a una sfortunata concatenazione di eventi (la Spagna che lo classifica come comunitario solo sulla base del passaporto della moglie, il suo entourage che non si è mai occupato di seguire la pratica per la nazionalità aperta due anni fa, la totale estemporaneità dell'occasione, scoccata improvvisamente dalla crisi Messi-Barça, che non ha consentito di programmare l'affare). Dzeko sarebbe costato tanto (17 milioni alla Roma per un 34enne), ma la classe e il valore del giocatore avrebbero garantito un salto di qualità notevole al reparto. Alla fine è risultata impossibile l'operazione a tre che, oltre a Roma e Juve, sempre d'accordo su tutto, ha infilato il Napoli e Milik nella vicenda. Il gioco di Pirlo potrebbe ovviare alla presenza di fuoriclasse come Suarez o Dzeko, sfruttando - magari addirittura meglio - il funzionale Morata, ma potrebbe anche arrivare un momento della stagione nel quale rimpiangere il bomber. E non farlo arrivare sarà soprattutto compito di Dybala.

PORTAFOGLIO: 8
Il risparmio sul monte-ingaggi c'è stato e si aggira intorno ai 26 milioni lordi. Mentre per comprare senza soldi, Paratici si è inventato la formula del prestito lungo, utilizzata con Chiesa e Morata, che rinvia i pagamenti di due anni, diluendo e dilazionando, senza pesare troppo sul prossimo bilancio, ancora sotto scacco del Covid. Lo scambio Arthur-Pjanic è, sotto il profilo finanziario, un capolavoro. Forse alte le valutazioni di Morata e Chiesa, ma con quella formula biennale non puoi tirare troppo sul prezzo.

GIUDIZIO FINALE
Il mercato si deve valutare solo a fine stagione, quando il giudizio sui giocatori sarà meglio pesato. Per ora si può apprezzare come Paratici e Cherubini si siano divincolati dalla morsa finanziaria del virus, abbiamo raggiunto gli obiettivi prefissati da Agnelli (risparmiare e ringiovanire) e non abbiano intaccato la competitività della squadra. Il resto sono chiacchiere (meravigliose chiacchiere, intendiamoci, ma chiacchiere) in attesa dei risultati.

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