Caso Juve-Napoli: il Parma va a Udine con 6 positivi e l'ok della Asl

Caso analogo a quello di 15 giorni fa: il Parma viene in un primo momento fermato dalla Asl che poi autorizza la trasferta a Udine seguendo il protocollo. Liverani: «C’è un'idea valida per questa stagione alla quale, anche se fastidiosa, bisogna adattarsi velocemente»
Caso Juve-Napoli: il Parma va a Udine con 6 positivi e l'ok della Asl


TORINO - Che differenza c’è fra la Asl di Napoli e quella di Parma? Quindici giorni la mancata trasferta del Napoli a Torino, infatti, il Parma raggiunge regolarmente Udine, nonostante i 5 giocatori positivi al Covid-19. Le due circostanze sono del tutto analoghe, l’esito diverso. Il Parma fino a ieri aveva quattro giocatori positivi, nella mattinata di oggi sono diventati 5 (più un membro dello staff), ma il club ha continuato i preparativi della trasferta per il Friuli, dopo aver informato la Asl locale.


L’OK DELLA ASL - Era tutto pronto, ma non arrivava il via libera dall’autorità sanitaria locale. Per quattro ore si sono confrontati lo stesso Parma, la Asl e la Lega calcio: sul tavolo c’era il protocollo Ficg-Governo e la sua applicazione. E alla fine la Asl ha dato il via libera alla squadra di Liverani con l’assicurazione che si sarebbe sottoposta - come da protocollo - a un nuovo giro di tamponi questa sera, in modo da avere i risultati prima della partita (circa quattro ore prima) e isolare gli eventuali ulteriori positivi. Dalla Lega l’indicazione era quella di giocare, seguendo il protocollo Uefa, che con 13 giocatori a disposizione non mette a rischio la partita, anche perché i positivi non erano abbastanza (devono essere dieci) per giocare il cosiddetto jolly del rinvio.


LIVERANI D’ACCORDO - Lo stesso Fabio Liverani, tecnico del Parma, aveva commentato la situazione durante la conferenza stampa: «La squadra si è allenata bene e sta migliorando. Sarà una partita certamente difficile e molto fisica. L'Udinese è viva e non merita la classifica che ha. Abbiamo chiuso il mercato con una rosa numericamente giusta. L'avevamo chiesta così per andare incontro anche a questi momenti. I casi di Covid-19? C’è un protocollo, c’è un'idea valida per questa stagione alla quale, anche se fastidiosa, bisogna adattarsi velocemente».


COS’HA FATTO IL NAPOLI - Il 4 ottobre, 15 giorni fa, il Napoli era nella stessa condizione: due positivi (Zielinski ed Elmas) e intervento della Asl. Un intervento che è stato ricostruito con dovizia di particolari dal giudice sportivo Mastrandrea nella sua sentenza di mercoledì (sconfitta per 3-0 a tavolino contro il Napoli, penalizzato di un punto in classifica). In prima istanza la Asl aveva ricordato al Napoli della possibilità di utilizzare il protocollo Figc-Governo (che consente di allenarsi in gruppo e disputare gare, anche in trasferta, nonostante la presenza di uno o più positivi nel gruppo squadra, a patto di creare la bolla, sottoporre a tamponi costanti la rosa dopo aver isolato i positivi). Poi dopo un fitto scambio di email, nelle quali il Napoli chiedeva chiarimenti, è arrivato un divieto a lasciare Napoli da parte della Asl2, alle 14.13 della domenica (ma secondo il giudice dopo che il Napoli aveva già deciso di rinunciare alla trasferta torinese). Perché in quei due giorni non è stata mai coinvolta la Lega? E perché la Asl di Parma ha autorizzato la trasferta, rifacendosi al protocollo, mentre quella di Napoli no? Le risposte a queste domande sono molto importanti per analizzare il ricorso del Napoli al Tribunale d’Appello Federale e anche per verificare la solidità del protocollo stesso.

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