Lo sport per i più piccoli, Ronaldo e Serie A: Ministro Spadafora, da che parte sta?

Il Ministro per le politiche giovanili e per lo sport ha nuovamente rilasciato dichiarazioni su Ronaldo, ha minacciato il campionato di Serie A e dello sport nell'ultimo Dpcm, è di questo che il mondo dello sport ha bisogno?
Lo sport per i più piccoli, Ronaldo e Serie A: Ministro Spadafora, da che parte sta?© ANSA

TORINO - Ministro Spadafora, ma da che parte sta? In teoria, la sua carica sarebbe quella di Ministro per le politiche giovanili e lo sport, quindi - sempre in teoria - dovrebbe favorire lo sviluppo delle "politiche giovanili" e dello "sport". Ora, nella più recente delle sue numerosissime interviste e/o dichiarazioni, curiosamente si scaglia contro Cristiano Ronaldo (ormai un suo antagonista consolidato, come nelle migliori tradizioni delle serie tv o dei fumetti), pungola maliziosamente il campionato di Serie A e si compiace di aver difeso lo sport dalle restrizioni dell'ultimo Dpcm del Governo a cui appartiene.

RONALDO - Sinceramente spiace ascoltare un battibecco fra un Ministro della Repubblica e un campione dello sport. I livelli di dialogo dovrebbero essere su piani differenti e il Suo dovrebbe essere superiore, proprio in virtù dell'Istituzione che rappresenta. In un Paese normale i ministri non interloquiscono con i calciatori, ma con altri politici, con i colleghi di Governo, con colleghi di Governi stranieri. In un Paese normale le violazioni delle leggi vengono eventualmente riconosciute e sanzionate dalla Magistratura. Se, come Lei sottolinea, la Procura di Torino ha aperto un fascicolo sull'eventuale violazione di Ronaldo, lasci che sia la Procura di Torino a stabilirlo, non ne dia annuncio, additando un presunto innocente. Quanto all'esempio che dovrebbero fornire i campioni dello sport, vale anche la pena ricordare che Cristiano Ronaldo, come sportivo, fornisce il migliore: ribadendo sempre che solo con il lavoro, l'abnegazione e la costanza si vince sul campo. Il fatto che si «senta al di sopra delle parti», come sostiene Lei, non rappresenta la violazione di alcuna legge dello Stato o di un protocollo. L'ego di Ronaldo, lo sportivo più famoso dell'intero pianeta, non può essere un problema in un Paese che lotta con una pandemia e una crisi economica grave. E al cui erario il succitato Ronaldo versa 30 milioni di euro all'anno.


LA SERIE A - Quanto al discorso Serie A, cui Lei suggerisce di preparare un piano B e un piano C perché non è detto che finisca il campionato (dichiarazione che suona velatamente minacciosa e certamente molto pessimista), vale la pena ricordare, per l'ennesima volta, che si tratta del principale business dello sport italiano (quello che riguarda proprio il suo Ministero) e che la regolare conclusione del campionato è esiziale per la vita dell'intero movimento. Il fallimento della Serie A, o di parte della Serie A, avrebbe conseguenze disastrosa su tutto il calcio italiano e, di conseguenza, sullo sport in generale, che dal calcio trae indirettamente benefici economici. La situazione  sanitaria del Paese non è bella, lo sappiamo purtroppo benissimo, non è quindi il caso di spargere allarmismo e pessimismo. La Serie A sta dimostrando, proprio in queste settimane difficili, di affrontare con grande serietà il problema del Covid e di convinverci con rigidi e dispendiosi protocolli.


LO SPORT - Quanto allo sport «salvato» dall'ultimo Dpcm, bisogna ricordare che purtroppo non è stato salvato quello dei bambini e degli adolescenti. Il Suo tentativo di difesa è stato ascoltato solo in modo parziale dai suoi colleghi. E una buona parte dei giovani (che sono inclusi nell'intitolazione del suo stesso Ministero, che è "per le politiche giovanili e lo sport") ci hanno rimesso anche questa volta. Insomma, Ministro, da che parte sta?

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