Lo chef Fiore: “CR7, il lato umano del marziano”

Lo chef del ristorante preferito da Cristiano Ronaldo e che cucina anche nella villa: «Lui, la famiglia e il suo risotto»
Lo chef Fiore: “CR7, il lato umano del marziano”

TORINO - Cristiano Ronaldo si è messo alle spalle il Covid con una doppietta contro lo Spezia. Tutto come prima, tranne il fatto che CR7 ha dovuto festeggiare il ritorno in grande stile a casa propria e non a “Casa Fiore”, il ristorante nel centro di Torino a cui il fuoriclasse portoghese e la compagna Georgina sono affezionatissimi. «Mi aspetto una loro visita in settimana, magari dopo la Champions. Ovviamente dipenderà dalle limitazioni del Governo. La chiusura serale ci ha fatto invertire gli orari, ora facciamo soltanto pranzo. Noi abbiamo sempre rispettato i protocolli, ma purtroppo paghiamo per quelli che in questi mesi non lo hanno fatto», racconta Davide Fiore, proprietario e Chef del locale a due passi dal Po specializzato nella cucina piemontese. Fiore è molto più che un cuoco apprezzato dal portoghese. È una delle poche persone a cui il campione juventino ha aperto le porte della villa sulla colline torinesi: «Sì, per un periodo ho cucinato direttamente da Cristiano».

Fiore, ricorda la prima serata di Cristiano Ronaldo nel suo locale?
«Dicembre 2018, mi sembra il 21. È impossibile da dimenticare, sembrava di essere in un film. Mentre ero a casa a prepararmi per il servizio della serata ricevo una telefonata che non mi sarei mai aspettato. Una persona mi chiama per prenotare un tavolo da tre per Cristiano Ronaldo, per le 21.30. Ovviamente dico immediatamente di sì, ma poi penso: e adesso come faccio? Sapevo che il locale era già pieno, però visto l’orario contavo sul fatto che una prenotazione delle 19.30 finisse in tempo per le 21.30. Per sicurezza ho chiesto in prestito un tavolo al ristorante vicino e l’ho sistemato in un angolo. Cristiano, Georgina e il figlio grande, Cristianinho, sono arrivati alle 20. E lì mi sono detto: e adesso?».

Come è andata a finire?
«I clienti sono rimasti a bocca aperta, non parlava più nessuno. E soprattutto nessuno voleva più alzarsi, erano catturati da CR7. Così ho fatto accomodare Cristiano nel tavolino d’emergenza, però il tempo passava e nessuno si alzava. Cristiano non batteva ciglio e come lui anche Georgina e il figlio. In quel frangente ho capito che Ronaldo, pur essendo una star mondiale e il miglior giocatore del mondo, è prima di tutto un ragazzo per bene. Vi posso assicurare che ho visto gente molto meno famosa di lui andarsene dopo cinque minuti, e con arroganza, in situazioni del genere. Lui, invece, ha aspettato il suo tavolo quasi quaranta minuti. Però si vede che si è trovato bene. Quattro giorni dopo era di nuovo da me e da quel momento ha cominciato a venire mediamente una volta a settimana. Anche Jorge Mendes, il suo agente».

Leggi l’intervista completa sull’edizione odierna di Tuttosport

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