Juventus-Napoli 3-0, oggi il ricorso: ecco cosa può succedere

Il Napoli punterà a convincere i giudici su due elementi. Interverrà anche De Laurentiis in videoconferenza. La Juve non si presenterà e accetterà qualsiasi decisione del Tribunale d'Appello federale
Juventus-Napoli 3-0, oggi il ricorso: ecco cosa può succedere© /Agenzia Aldo Liverani S.a.s.

TORINO - Oggi la Juventus gioca di nuovo. Appuntamento al tribunale federale d'appello dove, tuttavia, non si presenterà. Tutto previsto fin dall'inizio, quando nell'annosa vicenda della partita, che si sarebbe dovuta giocare il 4 ottobre, la Juventus si era subito schierata di lato. «Siamo collaterali», ha spiegato il presidente Andrea Agnelli, sottolineando che il suo club si adeguerà a qualsiasi decisione verrà presa in merito. Ha accolto il 3-0 a tavolino deciso dal giudice sportivo Gerardo Mastrandrea, accoglierebbe anche l'eventualmente ribaltamento della sentenza che potrebbe portare a giocare la partita, probabilmente il 13 gennaio a Torino. Insomma, la Juventus non farà ricorso e, quindi, se oggi il Napoli dovesse vedere accolto il suo, la gara si disputerebbe sul campo. Viceversa, il Napoli proseguirà nella battaglia legale per vedere riconosciuta la sua versione dei fatti.


ASL E PROTOCOLLO - Versione dei fatti che oggi sarà portata in aula dall'avvocato Mattia Grassani, fuoriclasse del diritto sportivo, che proverà a dimostrare come non sia vero che il Napoli non voleva giocare la partita e che ha fatto tutto quello che era nelle sue possibilità per riuscirci, come ha scritto il giudice nella sua sentenza. Perché il nocciolo della vicenda è proprio quello. Perché la Asl 1 di Napoli ha effettivamente vietato alla squadra di Gattuso di partire per Torino, a causa dei due positivi al Covid-19 (Zielinski ed Elmas), ma lo ha fatto domenica alle 14.13 quando il Napoli - sempre secondo la ricostruzione di Mastrandrea - aveva già smantellato l'organizzazione del viaggio, dopo le prime comunicazioni della Asl. Comunicazioni che, tuttavia, non vietavano esplicitamente il viaggio e, anzi, facevano riferimento al protocollo Governo-Figc grazie al quale si possono disputare le partite anche se nel corso della settimana ci sono stati dei casi di positività al Covid-19. Protocollo che il Napoli avrebbe ignorato, disdicendo il volo charter per Torino (e - pare - anche le camere d'albergo) ben prima della comunicazione della domenica alle 14.13. Detto ciò, con un volo organizzato in fretta e pronto a decollare entro le 16, il Napoli avrebbe effettivamente potuto raggiungere Torino. In che condizioni però? E sarebbe stato veramente possibile organizzare il volo?


LE LINEE DEL NAPOLI - Grassani dunque ha due strade: la prima è quella di dimostrare che le prime due comunicazioni della Asl erano da considerare già impositive quanto al divieto del viaggio; la seconda è quella di dimostrare che domenica alle 14.13 il Napoli era ancora in grado di partire per Torino e disputare la partita prevista per le 20.45 e che si sarete potuta ritardare fino alle 21.15. Dimostrando questo, infatti, potrebbe attaccare la ragione per quale il giudice sportivo ha condannato il Napoli, ovvero l'aver avuto un atteggiamento rinunciatario rispetto alla partita. E ieri, lo stesso Grassani, ha spiegato a Radio Kiss Kiss: «Il Napoli purtroppo ha fatto da apripista, il caso pilota. L'unico trattato in modo diverso, con una lettura non aderente al piano normativo da parte del Giudice Sportivo che ha deciso che sia stato il Napoli a scegliere di non partire, qualcosa che contrasta con i fatti perché il Napoli era pronto a partire fino alla comunicazione della Regione».
Nell'udienza interverrà anche Aurelio De Laurentiis in videoconferenza. Il presidente del Napoli vuole portare la sua testimonianza sulla partita, sottolineando probabilmente come il Napoli si sia attenuto a quella che rimane un'istituzione del territorio, peraltro l'unica che può decidere in fatto di salute pubblica.

IL VIA ALLE 15.30 Tutto inizierà alle 15.30 e, visto che è l'unico dibattimento della giornata, ci si aspetta la sentenza in serata, anche se non è da escludere che la corte si riservi più tempo, vista la delicatezza della vicenda. In ballo, infatti, non c'è soltanto il caso giuridico in sé, ma la questione politico-sportiva legata al protocollo: il mondo del calcio vive sul filo questa difficile stagione e la conclusione del campionato è un fattore esiziale per la salute del movimento. Il protocollo è l'unica via per riuscire a portare a termine il torneo: le sue violazioni, quindi, vengono vissute dagli altri club e dalle stesse istituzioni (Lega e Figc in primis) con malcelato fastidio e profonda preoccupazione. Considerato che, finora, tutte le squadre hanno disputato le loro partite nonostante molti contagiati (e anche nonostante confronti con le Asl, come accaduto al Parma), non tutti accoglierebbero il ribaltamento del 3-0 a tavolino (con punto di penalizzazione) come un atto di giustizia.

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