Juve-Napoli 3-0, perché può vincere De Laurentiis e perché può perdere

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Juve-Napoli 3-0, perché può vincere De Laurentiis e perché può perdere© /Agenzia Aldo Liverani S.a.s.

Care amiche e cari amici di Tuttosport,

In attesa della sentenza su Juventus-Napoli possiamo provare a vedere come si è giocata l'udienza di ieri pomeriggio e quali sono i punti fondamentali della vicenda.

A FAVORE DELLA TEORIA DEL NAPOLI

Il Napoli ha avuto un importante assist dalle Asl che, nelle ultime 48 ore, hanno bloccato la partenza die giocatori per le varie nazionali. Una decisione unica in Europa, aspramente criticata dal presidente della Figc Gravina (che giustamente subisce le pressioni di Uefa e altre federazioni e cha ha sottolineato la brutta figura che sta facendo il calcio italiano), ma una decisione che potrebbe giocare a favore del ricorso del Napoli contro il 3-0 a tavolino deciso dal giudice sportivo il 14 ottobre, per punire l'assenza del Napoli a Torino il 4 ottobre in occasione della partita contro la Juventus. Il blocco dei nazionali da parte delle Asl dimostra che le stesse Asl possono intervenire sul calcio e prevalere. Non male per chi, come il Napoli, vuole dimostrare proprio questo: ovvero che non è il club ad aver rinunciato alla partita (per non affrontarla senza Zielinski e Elmas positivi, oltre a Insigne infortunato), ma la Asl ad aver vietato il viaggio.

A FAVORE DEL 3-0 A TAVOLINO

Puntare molto sulle Asl potrebbe essere un rischio per il Napoli, visto che già nella sentenza di primo grado il giudice Mastrandrea aveva sottolineato come solo l'ultima delle comunicazioni dell'Azienda Sanitaria Locale conteneva un'imposizione e che, anzi, nella prima comunicazione si faceva riferimento al protocollo Figc-Governo, applicando il quale il Napoli avrebbe potuto partire e disputare la gara.

C'è poi il caso Parma: in occasione della trasferta contro l'Udinese, il Parma aveva 4 giocatori positivi, diventati 6 nell'immediata vigilia della gara. Ovviamente la Asl ne era al corrente e ha chiesto delucidazioni sulla trasferta, provando in un primo momento a bloccarla. Ne è nato un confronto sulla base del protocollo Figc-Governo, al quale ha partecipato anche la Lega Calcio, coinvolta dal Parma, al termine del quale il Parma ha regolarmente effettuato la trasferta a Udine, applicando in modo rigoroso il protocollo (e aggiungendo anche un giro di tamponi). Questo precedente, risolto con il protocollo è un macigno per il Napoli perché la situazione presenta fortissime analogie ed è stato risolta secondo le norme Figc. Se Sandulli desse ragione al Napoli, come la prenderebbe il Parma che ha giocato a Udine (e perso) senza sei giocatori, ma applicando il protocollo? Così come tutte le altre squadre che, finora, hanno giocato nelle stesse condizioni sia in ambito nazionale che internazionale, dal Genoa all'Atalanta, dalla Juventus all'Inter, dal Milan alla Roma?

IN BILICO

La questione dell'atteggiamenti rinunciatario del Napoli, che è uno dei perni della sentenza di primo grado, è in bilico. Se ci sono degli elementi piuttosto concreti che dimostrano come il Napoli avesse rinunciato alla partita già il sabato, come l'annullamento del charter o come il mancato coinvolgimento della Lega o della Figc (come ha fatto il Parma) per chiarire l'applicazione del protocollo. De Laurentiis e l'avvocato Grassani ieri hanno portato in aula alcuni elementi tecnici, come il fatto che fino al pomeriggio della domenica (cioè dopo il fatidico divieto della Asl arrivato alle 14.13) sarebbe stato teoricamente possibile organizzare il viaggio per Torino in tempo utile per disputare la gara (che al più tardi poteva iniziare alle 21.30).

IN DEFINITIVA

Mentre il giudice d'appello Sandulli decide, tuttavia, problemi gravissimi incombono sul calcio italiano. Ci sono tre società che non hanno ancora pagato l'ultimo stipendio della passata stagione. E ce ne sono 15 su 20 in grosse difficoltà di cassa per pagare gli stipendi, tanto che la Figc ha concesso una mini-proroga di 15 giorni facendo slittare le scadenze dal 16 novembre al 1° dicembre. La crisi Covid si sta abbattendo con tutta la sua forza sulla liquidità dei club e il rischio di fallimenti non è remoto. In questo scenario, il completamento del campionato (a cui è connesso il regolare  pagamento dei diritti televisivi) è esiziale. E il completamento del campionato può avvenire solo ed esclusivamente attraverso l'applicazione del protocollo Figc-Governo. Ammettere delle eccezioni potrebbe costare carissimo in termini economici e di vita del sistema. Se il caso Napoli dovesse fare giurisprudenza la solidità del protocollo, infatti, vacillerebbe e tutto sarebbe nelle mani della buona volontà e del buon senso del calcio italiano. Non in mani saldissime, quindi.

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