McKennie: "La Juve è casa mia. Ecco cosa mi ha regalato Agnelli"

Il centrocampista bianconero a Sport Illustrated: «Provo un senso di appartenenza incredibile per il club. Prendo in giro Buffon, scherzo con CR7: leggende che mi mettono a mio agio»
McKennie (Usa)© Juventus FC via Getty Images

TORINO - Gigi Buffon potrebbe essere suo padre, ma si limita al ruolo di fratello maggiore, lo chiama Big Mac e accetta perfino di essere preso in giro dal giovanissimo compagno, suo vicino di armadietto. «Mmmm penso proprio che comprerò questo shampoo», ha scritto Weston McKennie sotto un post pubblicitario del profilo Instagram del portiere. E Gigi ha abbozzato, perché lo stile schietto del texano ha conquistato tutti nello spogliatoio bianconero. E lo spogliatoio bianconero ha conquistato McKennie: «Al momento di conoscere i giocatori della Juventus mi sono detto: ok, sono delle leggende viventi, ma io devo essere me stesso, non posso tradire la mia indole che è quella di un ragazzo sempre molto diretto e un po’ guascone. E così ho fatto. Ho iniziato a scherzare con Ronaldo, parlandogli senza particolare deferenza anche se lui è un mio idolo». E a quel punto, con sua grande sorpresa, ha scoperto che «Ronaldo è una persona simpatica, alla mano, che ti fa sempre sentire parte della squadra. Mi piace vedere come si allena: in palestra o in campo, che sia un allenamento atletico o un’esercitazione di tiri, dà sempre il cento per cento. È incredibile quanto mette nel suo lavoro. E poi, come Buffon, dopo l’allenamento chiacchiera sempre, mettendo a proprio agio chiunque».

Il racconto entusiasta dell’impatto con lo spogliatoio bianconero fa parte di un lunghissimo e interessatissimo servizio di Sport Illustrated su Weston McKennie. La bibbia dello sport americano, che non dedica mai eccessivo spazio al calcio, si dilunga sul giocatore bianconero (dando indirettamente molta visibilità negli Usa anche alla Juventus, molto interessata a quel mercato). I lettori scoprono così un personaggio estremamente interessante che, nonostante i 22 anni, dimostra una grande maturità. Buona parte dell’intervista è dedicata alle problematiche del razzismo, alle quali McKennie è molto sensibile.

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Schierato in prima linea nella lotta a una delle peggiori piaghe della nostra epoca, Weston ha aderito al movimento Black Lives Matter e non manca mai di esprimersi sull’argomento. Lui la chiama «la mia missione» e l’obiettivo è quello di richiamare la massima attenzione sul problema del razzismo. Dopo l’abominevole omicidio di George Floyd ha indossato una fascia particolare e ha incrementato il suo impegno. D’altra parte, uno dei momenti chiave della sua esperienza di sportivo è avvenuto ai primi di agosto del 2019, a margine di un’amichevole con lo Schalke 04 su un campetto di quarta divisione tedesca: «Mi avevano sostituito e stavo sedendomi in panchina quando ho sentito un uomo dietro la recinzione gridarmi “scimmia di m...” e fare versi gutturali. Era la prima volta che mi capitava in modo così diretto. Sono rimasto bloccato per un attimo, perché ho sempre pensato che non bisogna mai scendere al livello di persone che possono comportarsi così. [...]

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