Paolo Rossi, il saluto della Juve: "Come lui ne nascono pochi"

Il club bianconero saluta 'Pablito', scomparso a soli 64 anni: "A Torino è rinato, lasciandosi alle spalle le difficoltà e diventando quello che poi l’Italia ha celebrato, in quella caldissima estate 1982". E Pirlo: "Rimarrai sempre il nostro eroe"
Paolo Rossi, il saluto della Juve: "Come lui ne nascono pochi"

TORINO - "Ciao, Paolo". È questa la didascalia scritta su Twitter dall'account ufficiale della Juventus, a corredo di una foto di Rossi, scomparso la notte del 10 dicembre a soli 64 anni, intento a guardare il cielo, mentre tiene tra le mani la rete di una porta gonfiata in mille occasioni. Di rimando, il link al lungo comunicato pubblicato dal club bianconero che, a "Pablito", aveva dato i natali calcistici, prima di riaccoglierlo nel 1981, alle porte del trionfale Mondiale spagnolo. Anche il tecnico Andrea Pirlo ha dedicato un pensiero a Paolo Rossi: "Rimarrai per sempre il nostro eroe. Ciao Pablito", con accanto un cuore rosse, il messaggio del Maestro sul proprio account Instagram.

"Rossi è un'intera generazione di juventini"

"Che brutta notizia, questa mattina. Se n’è andato Paolo Rossi, Pablito: per una nazione intera, l’uomo di un Mundial indimenticabile, per noi 'anche' molto, ma molto altro. Paolo è un’intera generazione di juventini che ha esultato con lui, davanti a televisori che, mese dopo mese, diventavano a colori. Ma le nostre gioie continuavano a essere, meravigliosamente, in bianconero. Se cercate nelle vostre camere, o nelle vostre soffitte, probabilmente lo trovate, un poster di quella Juve incredibile. Quella Juve che, con lui a suggellare i gol più importanti, dal 1981 al 1985, ha vinto letteralmente di tutto. Alla Juve, Paolo è rinato, lasciandosi alle spalle le difficoltà, e diventando quello che poi l’Italia ha celebrato, in quella caldissima estate 1982 nelle piazze e nelle fontane di ogni città. Bianconero (nelle giovanili, con 3 presenze in Coppa Italia) già dal 1973 al 1975, la 'vera' avventura juventina ricomincia nel 1981, anche se per forza di cose, quella stagione lo vede in campo solo 3 volte in Serie A. Tre volte sono però sufficienti per far maturare in lui (e in Mister Bearzot) quella visione che lo porterà in Spagna, a diventare protagonista con gol incredibili in partite incredibili e a tornare a casa con una Coppa del Mondo che mai nessuno dimenticherà. E che a fine 1982, gli permetterà di mostrare a tutti il trofeo di calciatore più forte del pianeta, il Pallone d’Oro", recita il comunicato della Juve.

"Rossi-Juve, un meraviglioso periodo"

"Gol segnati in tutti i modi: di testa, di rapina, con inserimenti repentini. Perché Paolo segnava in tutti i modi, facendo valere la sua fisicità così particolare. 'Attenti a Rossi', ti diceva il portiere, e nel momento in cui tu, difensore, ti giravi, lui aveva già fatto gol. Quarantaquattro, in totale, nel suo meraviglioso periodo juventino: reti grazie alle quali Pablito e la Juve in quelle stagioni portano a casa due Scudetti, una Coppa Italia e ben tre allori europei, la Coppa delle Coppe, la Supercoppa Europea e la Coppa dei Campioni. C’è tutto Paolo, in quel gol al Manchester United che valse la Finale di Coppa delle Coppe 1984. Uno a uno a Manchester, al 90’ siamo uno a uno a Torino: Paolo scatta più veloce di tutti su un tiro che viene rimpallato a Scirea, che aveva calciato dal limite. La palla non è vagante, è li per lui. Lo chiama. E lui c’è: batte il portiere Bailey con freddezza, e il resto è esultanza. E’ gioia. Se avete trovato quel poster di quella Juve magnifica, apritelo, e salutate in modo speciale quel ragazzo con il nove sulle spalle. Perché come lui ne nascono pochi. Ciao, Pablito", conclude la nota.

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