© Alessandro Falzone/Agenzia Aldo Liverani sas
TORINO - Mercoledì sera ha più volte spostato, con una forza tanto impressionante quanto pulita e priva di falli, addirittura Duvan Zapata, raramente (se non mai) visto così in difficoltà sul piano fisico. Ma Matthijs De Ligt ha spostato molto di più in queste tre settimane abbondanti trascorse dal suo rientro in campo: ha spostato tutta la Juventus. L’ha spostata in avanti, trascinando con la sua aggressività anche i compagni nella caccia al pallone nella metà campo avversaria. Uno dei concetti chiave del gioco che Andrea Pirlo vuole attuare: «Ai giocatori ho detto due cose - spegò nella sua prima conferenza da tecnico della prima squadra bianconera -: il pallone dobbiamo sempre averlo noi e quando lo perdiamo dobbiamo recuperarlo subito». Non è un caso e non dipende solo dagli infortuni di Chiellini e Demiral se dal suo rientro, il 21 novembre contro il Cagliari, l’olandese ha giocato da titolare tutte le otto partite disputate dalla Juventus, senza mai essere sostituito.
Svolta
Proprio nella vittoria sui rossoblù sardi si è avuto subito il primo indizio di come la presenza di De Ligt possa cambiare l’atteggiamento della Juventus. Secondo i dati del sito specializzato Wyscout, la squadra bianconera nelle prime nove partite stagionali (quelle senza De Ligt) aveva una media di 10,8 palloni a partita recuperati nella metà campo avversaria, con 16 come punta massima, contro il Verona, e 6 come minimo, contro la Lazio. Contro il Cagliari ne ha recuperati 21 (su 77 totali), dei quali 6 riconquistati dall’olandese. Ovviamente una singola partita non poteva rappresentare nulla più di un indizio, ma a quello ne sono seguiti altri, ben oltre i tre che secondo il detto farebbero una prova [...]
Leggi l'articolo completo sull'edizione odierna di Tuttosport