Nedved è una furia. Juve, quanta rabbia nello spogliatoio

Il vicepresidente se ne è andato arrabbiato con La Penna. Adesso la sosta per riflettere sugli errori e ripartire subito
Nedved è una furia. Juve, quanta rabbia nello spogliatoio

TORINO - L’incredulità, la rabbia. L’incapacità di darsi una spiegazione. A fine partita la Juventus - tutta, mica solo lo spogliatoio - è un concerto di imprecazioni, uno sbatter di pugni sui muri. In senso metaforico, ma mica tanto... Ché il nervosismo in qualche modo lo si sfoga. C’è un gran rimuginare su certi disastri fatti in campo, con annesse conseguenze che potrebbero costare carissime da qui alla fine della stagione. C’è un fastidio di fondo per certe decisioni prese dall’arbitro che hanno condizionato parecchio: chiedere, per credere, al vicepresidente Pavel Nedved che ha lasciato la tribuna a metà ripresa, attonito, dopo uno dei tanti svarioni arbitrali. E c’è la frustrazione per la beffa, oltre ai danni, di non poter neanche provare a commutare quanto prima il nervosismo in carica positiva: la batosta contro la Fiorentina è infatti franata tra capo e collo bianconeri proprio a ridosso della sosta per le feste natalizie. Sempre ammesso che, sportivamente parlando, ci sia qualcosa da festeggiare.

Pagherebbe, Leonardo Bonucci, per tornare in campo oggi stesso e rimediare alla serie di disattenzioni e ingenuità che pesano sulla prestazione di ieri. Pagherebbe per far seguire ad una ammissione di (cor)responsbailità l’opportunità di rimettere le cose a posto. E invece deve mordere il freno, deve pazientare. Deve - lui così come Buffon, come Chiellini, come Ronaldo - aiutare Pirlo a capire una serie di cose eppoi a trasmetterle alla squadra, quelle cose. [...]

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