© Marco Canoniero
A San Siro s’è divertito abbastanza, quando il calendario gli ha consentito di entrare a scrivere la storia - anche - alla Scala del calcio. E il rigore stampato nella porta dell’Atletico Madrid nella finale di Champions 2016 è uno dei tanti ricordi “realisti” che non si cancellano. A San Siro sua maestà Cristiano Ronaldo travestito da juventino ha messo a segno quattro gol, di cui tre al Milan fra campionato e Coppa Italia, uno soltanto all’Inter e neanche così decisivo. Il 27 aprile 2019 il portoghese firmò l’1-1 in uno degli incroci più inutili tra i nerazzurri e la Juventus. Lo scudetto, l’ottavo consecutivo nonché l’ultimo della gestione targata Massimiliano Allegri, era già stato aritmeticamente conquistato una settimana prima allo Stadium contro la Fiorentina (allora di Federico Chiesa) e così la sfida del Meazza s’era trasformata in una sorta di morbido duello per evitare di farsi male e comunque per non perdere.
Ronaldo attende il giorno per provare a zittire l'Inter
Perché una sconfitta al derby d’Italia fa sempre un po’ di rumore. Ronaldo segnò di sinistro per l’1-1 finale. Dieci anni prima, l’11 marzo 2009, di testa in avvio di secondo tempo aveva consentito al Manchester United di portarsi sul 2-0 contro l’Inter di José Mourinho, estromesso agli ottavi di Champions: colpo di testa dopo serpentina di Ryan Giggs e imbeccata di Wayne Rooney. Quella sì, fu una rete importante. Ma da quando veste bianconero, CR7 attende il gran giorno per provare a zittire l’Inter. L’ennesima perla d’autore è nelle corde di un giocatore che tra 20 giorni compirà 36 anni, ma che non si è stancato di produrre magie.
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