Ronaldo al centro della Juve: e si pensa al 2023!

Domani CR7 compie 36 anni, si sente sempre più al centro della squadra di Pirlo e così prende anche corpo l’ipotesi di un prolungamento di contratto
Ronaldo al centro della Juve: e si pensa al 2023!© Marco Canoniero

Ventidue gol in ventitré partite, più quattro assist: Cristiano Ronaldo sta vivendo la stagione più incisiva con la maglia della Juventus. E’ la terza, quella che molti non credevano neppure disputasse o disputasse in evidente declino fisico. Domani CR7 compie 36 anni e resta ancora un giocatore spaventosamente decisivo, come ha constatato martedì sera l’Inter, sconfitta da due gol del portoghese, il secondo dei quali particolarmente urticante per modalità e dinamica. E proprio nell’azione che ha portato la Juventus sul 2-0 c’è tutta la freschezza mentale e fisica del campione che sconfigge il tempo. E’ un pallone che pochi inseguirebbero: Bastoni e Handanovic hanno tutto per controllare la situazione senza ansie. Insomma, quasi tutti giudicherebbero a uno spreco di energie correre a pressare il difensore che ha l’opportunità, facile, di appoggiare sul suo portiere.

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Ronaldo, spunto da ventenne

Ronaldo no, con istinto fanciullesco scatta, contando sulla possibilità, una su mille, che uno tra Bastoni e Handanovic combini un pasticcio. E i due lo combinano, così Ronaldo segna. Per realizzare quel gol servono freschezza mentale, senso della sfida, ma anche gambe e spunto da ventenne. Ronado è ancora dotato di tutto ciò. E festeggiando il suo compleanno si sentirà meno vecchio di quanto dica il suo anno di nascita. L’altra istantanea che arriva da San Siro lo cattura in panchina. O, meglio, in piedi davanti alla panchina che batte le mani, dà indicazioni ai compagni, li incita a non mollare: nell’ultimo quarto d’ora della semifinale di andata, CR7 è un perfetto vice-Pirlo. Per essere uno che odia le sostituzioni un comportamento significativo. Ronaldo non è più l’accessorio di lusso della Juventus, ma se ne sente parte, vuole esserne il trascinatore, proprio come fece con il Portogallo nell’Europeo del 2016, la cui finale visse per lo più in panchina (infortunato e sostituito dopo pochi minuti), gridando e agitandosi più del ct Santos.

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