Infortunio Arthur: ecco la situazione del brasiliano

Il professor Tencone, ex Juve: «Centinaia di atleti giocano con calcificazioni, ma nella membrana tra tibia e perone è diverso»
Infortunio Arthur: ecco la situazione del brasiliano

«Arthur ha questa calcificazione che dovremo valutare di giorno in giorno. Lui ha molto dolore. Seguiremo gli sviluppi con il passare del tempo, speriamo che questo fastidio passi velocemente». Così ha parlato Andrea Pirlo, ieri in conferenza stampa. Integrando e aggiornando (leggermente) la situazione rispetto a quanto fatto il giorno prima dalla Juventus tramite il bollettino medico ufficiale diramato anche dai canali social del club. Lo riproponiamo: «Gli esami strumentali eseguiti a seguito del dolore alla gamba destra riferito da Arthur hanno evidenziato la presenza di una calcificazione di natura post traumatica a livello della membrana interossea. Le sue condizioni verranno monitorate di giorno in giorno e la ripresa dell’attività avverrà non appena consentito dalla sintomatologia».

La spiegazione

Bene. Anzi, male. Molto, male... Partendo da tali premesse è possibile andare a fondo della questione e provare a capire esattamente quale sia il fastidio (piuttosto atipico) che sta accusando il centrocampista brasiliano. Analizzarne i risvolti, ipotizzare una serie di eventuali sviluppi. Il professor Fabrizio Tencone - ora direttore di Isokinetic Torino e a lungo dottore o responsabile del settore medico della Juventus - ci aiuta a capire la situazione. «Quando c’è una contusione muscolare si forma un po’ di ematoma. Nel 99 per cento dei casi l’ematoma si riassorbe, in qualche caso invece questo non succede completamente oppure si verificano delle complicazioni. Le complicazioni più frequenti sono la formazione di una ciste, di una calcificazione oppure di una trasformazione in osso: una miosite. Da quanto risulta, nel caso di Arthur si è formata una calcificazione in un posto un po’ atipico: la membrana tra il perone e la tibia. Ecco perché il giocatore ha male. Il problema sostanziale è proprio questo: il dolore. Se il giocatore non ne sentisse potrebbe anche giocare, perché la calcificazione non rappresenta una complicanza».

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