Pirlo-Ronaldo, fiducia scudetto: ecco perché la Juve ci crede

Il tecnico non molla e ha le sue ragioni, dalla fame di trionfi di Ronaldo al potenziale di una rosa ancora da scoprire
Pirlo-Ronaldo, fiducia scudetto: ecco perché la Juve ci crede© /Ag. Aldo Liverani

La serenità di Andrea Pirlo è tutto tranne che un sentimento di facciata. Né tantomeno può essere considerata un’attitudine dettata dalla stretta necessità, dal dover credere in qualcosa perché altrimenti cosa giochi a fare? No, la verità è un’altra: il tecnico della Juventus pensa che la rimonta scudetto sia non solamente un obbligo da perseguire, ma un traguardo realmente alla portata. Non c’è un unico motivo tale da supportare l’ottimismo del Maestro, ma tutta una serie di ragioni che miscelate al fatto che l’Inter disti otto punti - cinque se i bianconeri faranno il proprio dovere contro il Napoli nella partita la cui data è ancora avvolta nel mistero - corroborano il progetto juventino. Metti nel conto che lo scontro diretto con la squadra di Antonio Conte si giocherà allo Stadium alla penultima di campionato e il giochino si semplifica ulteriormente. Il -2 (e occhio a eventuali sviluppi del caso Lazio-giocatori positivi schierati o anche solo presenti in distinta contro Toro e Juve) non sembra utopia, purché Cristiano Ronaldo e soci vincano sempre.

Progetto rimonta

Già, fare uno scherzo all’allenatore dei primi tre scudetti della serie e proprio nell’anno in cui tutto sembra remare dalla parte interista - inclusa l’uscita dalle Coppe con tutte le conseguenze del caso - provocherebbe scossoni di segno opposto tali da oltrepassare i livelli di godimento/delusione del 5 maggio. Al netto della portata dell’avversario, altre ragioni sostengono il piano di rimonta. Pirlo nel post Crotone è stato assai esplicito in questo senso: «Cosa mi fa stare tranquillo nel confronto a distanza con l’Inter? La voglia che abbiamo di ritornare al vertice, l’atteggiamento dei giocatori e anche il fatto che la rosa sarà completa. Spero avvenga presto e a quel punto avremo più giocatori da mettere in campo e più scelte per poter decidere le partite». La fame di vittorie, insomma, è intatta e la conquista della Supercoppa nell’ottica juventina è solamente l’antipasto di nuovi, auspicabili, trionfi nel prossimo futuro. Della voglia, immaginabile nel privato dello spogliatoio bianconero, di strappare un altro scudetto all’Inter (perdipiù, l’Inter di Conte) s’è scritto, però attenzione agli altri elementi citati da Pirlo. Come l’atteggiamento dei calciatori, i primi a sapere che non è tollerabile giocare al piccolo trotto quando gli obiettivi sono sfumati, figurarsi se la stagione è in pieno corso, la Juventus ha già vinto un trofeo, rischia di sollevarne un altro (la Coppa Italia, Atalanta permettendo) e contro il Porto è consapevole che la qualificazione dipenda solamente da se stessa. Il tecnico, poi, attende che gli infortunati tornino a posto, perché nel tran tran di un’annata così massacrante è raro che Pirlo abbia avuto tutti a disposizione. Quindi, decodificando: le potenzialità del gruppo sono tuttora in parte inesplorate.

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