Arthur, terapia d’urto: la Juve fa di tutto per evitare l’intervento

L’ex Barcellona si sta curando con le onde d’urto. Dal Brasile filtra ottimismo: lo juventino fa gli straordinari in piscina in ottica Porto
Arthur, terapia d’urto: la Juve fa di tutto per evitare l’intervento© Marco Canoniero

TORINO - Le condizioni di Arthur stanno a cuore alla Juventus, ma anche alla Seleçao. E proprio dagli ambienti brasiliani nelle ultime ore sono filtrati dei nuovi dettagli sulla situazione del centrocampista bianconero. Lo staff medico della Juventus sta facendo di tutto per curare al meglio l’ex Barcellona, costretto a fermarsi dopo la vittoria sulla Roma (6 febbraio) per un problema legato alla calcificazione di natura post traumatica a livello della membrana interossea. L’obiettivo è quello di evitare l’intervento chirurgico. Così Arthur, dopo aver stretto i denti a più riprese per continuare a giocare e non abbandonare il proprio ruolo in mezzo al campo, da una quindicina di giorni si sta curando con la speranza di riprendersi la Juventus il prima possibile. Stando a quanto filtra da Brasile, Arthur si sta sottoponendo a sedute di onde d’urto focali.

Dal Brasile: Arthur terminerà le cure la prossima settimana

VERDETTO - È una terapia medica biofisica, basata su stimolazioni acustiche, e viene utilizzata per risolvere patologie a carico di ossa, tendini e muscoli. In Italia viene praticata da oltre vent’anni, tanto che il nostro Paese può essere considerato fra le eccellenze nel mondo. In Brasile sostengono che lo juventino terminerà le cure la prossima settimana e soltanto dopo, in base alle sensazioni e al dolore che proverà, si capirà se la terapia con le onde d’urto focali avrà fatto effetto. Andrea Pirlo incrocia le dita con la speranza di giocarsi il match di ritorno contro il Porto (9 marzo) con il centrocampista verdeoro nel motore. L’ex Barcellona è molto più che un amuleto. Nell’ultimo periodo, con Arthur ai box, si è capito ancora più chiaramente l’importanza del numero 5 juventino per l’economia e il gioco dei campioni d’Italia. Questione di tecnica, palleggio, tempi di gioco e capacità di non perdere mai un pallone. Grazie a due caviglie snodabili come i vecchi joystick e al baricentro basso, portargli via la palla è sempre un’impresa. Tutto a vantaggio degli ingranaggi e della solidità della squadra di Pirlo.

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