Ronaldo l’ha presa male. L’uscita dalla Champions va evitata

Il pareggio di Verona nonostante il solito gol ha messo CR7 di cattivo umore a 8 giorni dal ritorno con il Porto. La Juve non vuole correre il rischio di perdere la sua stella, ma serve un segnale
Ronaldo l’ha presa male. L’uscita dalla Champions va evitata© Getty Images

TORINO - In altri tempi, con il reparto attaccanti in overbooking e magari con un’altra posizione in classifica da onorare, probabilmente la sua presenza allo Stadium per Juventus-Spezia sarebbe stata in dubbio. Questione di un calendario da gestire con cura, anche se cercare di fargli capire che ogni tanto bisogna fermarsi è sempre un’impresa, perché Cristiano Ronaldo le giocherebbe tutte. Ora che con la presenza di Verona siamo a otto partite consecutive disputate da titolare, al portoghese non rimane altro che infilare la nona in un rosario ricco di sei gol in un mese di febbraio vissuto senza sosta, un passaggio a vuoto in casa Porto, tanti «siuuu» e qualche sbuffo di troppo rispetto alle abitudini. A proposito: converrebbe che la Juventus tutta tornasse ad accompagnare le reti di CR7 - 766 in carriera, una in meno di Pelé - con prove corali e risultati all’altezza del suo rango. Vi spiegheremo perché.

Ieri nessun post di Ronaldo sui social

Ieri, giornata di cattiva digestione del settimo pareggio in campionato su 23 partite giocate, Cristiano ha seguito l’esempio dell’altra sera. Nessun post, né una story, né un cinguettio, né un segnale social per consolare il popolo juventino frastornato dall’ennesima mancata vittoria contro una medio-piccola. Non è la prima volta, non sarà l’ultima, però Ronaldo non deve stupire. È fatto così: prende malissimo le serate in cui all’ennesima prodezza non segue un successo di squadra e insomma, la poco piacevole tendenza s’è ripetuta spesso in questa stagione. Le smorfie di Ronaldo raccontano più di qualsiasi dichiarazione in merito: CR7 a Verona salta, sorride, allunga il braccio a indicare l’assistman di giornata (il feeling con Federico Chiesa è sempre più lampante), ma prima e dopo il gol si agita per raccomandare ai compagni di non farsi schiacciare, di alzarsi, di capire i suoi movimenti, di ricambiare la sua generosità nel rinculare a caccia del pallone con passaggi dettati dalle sue rincorse mai a vuoto. Soprattutto negli otto giorni che intercorrono tra Juve-Spezia e Juve-Porto, con Juve-Lazio nel mezzo, sarebbe il caso di tornare ad accelerare.

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