Rivoluzione Juve: chi parte, chi resta e gli incerti

L’eliminazione brucia ma non cambia i programmi della società: l’obiettivo è un nuovo ciclo
Rivoluzione Juve: chi parte, chi resta e gli incerti© LAPRESSE

Brucia tantissimo anche ai dirigenti della Juventus. Per non parlare di Andrea Agnelli che dentro la scorza da manager conserva l’anima del tifoso. E come tale non era esattamente di buon umore martedì notte. Lo smaltimento della delusione, tuttavia, passa attraverso un’unica parola d’ordine: indietro non si torna. Il progetto di ringiovanimento della squadra prosegue e va oltre l’urticante eliminazione contro il Porto. Non cambia nulla, non ci sono inversioni di tendenza: la strada scelta ad agosto, dopo un’altra deprimente eliminazione agli ottavi, viene considerata come l’unica percorribile dalla Juventus per sposare il mantenimento della competitività e la sostenibilità nello stesso tempo. Anzi, a dire il vero il progetto era partito dopo l’addio ad Allegri e le prime dismissioni degli ultratrentenni. Sarri era stato chiamato per quella ragione: non tanto il bel gioco, quanto la capacità di valorizzare i i giocatori meno famosi e più giovani.

Pirlo incaricato della stessa missione

Pirlo è stato incaricato della stessa missione e la squadra che gli è stato affidata ha subito un ulteriore trasformazione con l’inserimento di un nutrito gruppo di giovani. Nella prossima stagione potrebbero essere ancora di più, perché il mercato (un mercato difficile perché con le stesse ristrettezze economiche dell’ultima sessione) sarà orientato in quella direzione. E fra i giocatori sicuri di restare nella Juventus ci sono tutti i giovani (Arthur, Bentancur, McKennie, Kulusevski, Chiesa, ma anche il 25enne Rabiot, che ha molte offerte), più gli imprescindibili, come Cuadrado , Bonucci, Szczesny che continueranno a dare il loro contributo di esperienza. Ma i giovani restano il fulcro del progetto. E se la scelta di far rappresentare la Juventus davanti ai microfoni da Chiesa e De Ligt non è stata calcolata, ma frutto di una serie di circostanze, alcune casuali; nello stesso tempo la sicurezza con cui l’olandese e l’azzurro si sono assunti responsabilità, esprimendo il loro disappunto con sobrietà molto juventina è stata colta da tutti, non solo dai tifosi ma anche dalla dirigenza che ha trovato conferma della bontà del progetto.

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