Il vicino di casa: un personaggio della vita di tutti sul quale si potrebbero scrivere libri su libri. Quando sei famoso, poi, non ne parliamo. Tanto a parlare (e a chiamare il 112) è lui, il vicino di casa di McKennie, che si dichiara tifoso bianconero. Le sue dichiarazioni, rilasciate al "Corriere della Sera", hanno suscitato altre polemiche e svelato anche alcuni retroscena sulla ormai arcinota festa/cena che ha fatto infuriare la Juventus e alla quale hanno partecipato anche Dybala e Arthur.
"Verso le 22:30 sono uscito a portare a spasso il cane e..."
Il vicino di casa di McKennie racconta come si sono svolti i fatti: "Non credo che essere un calciatore famoso dia il diritto di essere sopra le regole. Verso le 22.30 sono uscito a portare a spasso il cane, ho visto una fila di auto parcheggiate a bordo strada e un gruppo di persone, tutte senza mascherina, di fronte al cancello. C'erano Mercedes con targa spagnola, tante Jeep e poi sono arrivati diversi taxi con a bordo giovani ragazze. Visto che le cene tra amici non sono consentite e il coprifuoco era scattato da un pezzo, ho deciso di avvertire le forze dell'ordine".
"Dieci invitati? Mi sembrano pochi..."
Ecco cosa aggiunge il vicino circa l'intervento dei carabinieri: "Hanno identificato una decina di invitati? Mi sembrano pochi, secondo me erano molti di più, magari qualcuno si è allontanato. Non ho nulla contro McKennie, che è un ragazzo tranquillo. Sta a casa o va allenarsi, mi sembra un bravo professionista. E io sono un tifoso bianconero. Per questo mi dispiace, ma se invece di andare alle feste pensassero di più al campo..."