Juventus: incontro Agnelli-Allegri, ecco cosa succederà adesso

La società bianconera è ferma nella difesa di Pirlo che viene considerato l'allenatore anche per la prossima stagione. Ma la situazione è da valutare giorno per giorno e la partita contro il Napoli può essere decisiva. Il fattore Champions incide molto
Juventus: incontro Agnelli-Allegri, ecco cosa succederà adesso© LaPresse

TORINO - Andrea Agnelli e Massimiliano Allegri si sentono spessissimo e qualche volta si incontrano pure, quando impegni e pandemia lo consentono. Il rapporto tra i due è rimasto di solida e sincera amicizia, quella che era emersa in modo effervescente il giorno dell'ultima conferenza stampa, quando si celebrò l'esonero più simpatico della storia del calcio, fra battute, risate e pacche sulle spalle. Il fatto che ieri ci sia stato un contatto fra i due, a Forte dei Marmi, per una breve chiacchierata e gli auguri pasquali (nessuna visione del derby insieme), rientra insomma nella normalità. Una normalità che diventa notizia per le circostanze che circondano l'incontro fra il presidente della Juventus e il suo ex allenatore, invocato da molti come salvatore della patria e il cui ritorno sulla panchina bianconera è la chiacchiera che si ascolta di più negli ambienti di mercato. Ma non nell'ambiente bianconero.


LA JUVE DIFENDE PIRLO - Perché la premessa di qualsiasi ragionamento sul ritorno di Max è che la Juventus, intesa come gruppo dirigente, sta facendo quadrato intorno a Pirlo. Non passa neanche uno spiffero in direzione contraria alla linea che recita: «Pirlo è e sarà l'allenatore della Juventus. Cambiare in continuazione l'allenatore non consente di costruire». Certo, una società seria non può comunicare niente di diverso in queste situazioni, indipendentemente da quello che in realtà viene pensato e detto. Ma, al di là delle verità di facciata, si percepisce una reale intenzione da parte del management di non interrompere il percorso, di provare a imitare i club inglesi che danno tempo e fiducia anche di fronte a risultati insoddisfacenti. Ma la "costruzione" di cui si parla alla Continassa potrebbe procedere nello stesso modo senza i soldi della prossima Champions League? La risposta è no.


I SOLDI CHAMPIONS - Senza gli 80/90 milioni che con il passaggio della fase a gironi sarebbero, di fatto, garantiti alla Juventus, una profonda ristrutturazione dei costi sarebbe necessaria, con sacrifici significativi anche sotto il profilo tecnico (tradotto: cessioni importanti). Il quarto posto è una linea del Piave che separa una stagione deludente (accettabile dopo 9 anni di trionfi) da un fallimento economico-sportivo (meno accettabile, soprattutto in prospettiva futura). Ecco perché, in questo contesto, con la Juventus raggiunta dal Napoli e con segnali poco confortanti che arrivano dal campo (errori che si ripetono e nessun miglioramento da due mesi a questa parte), l'incontro fra Agnelli e Allegri non può essere derubricato senza qualche approfondimento.


MAX CI STA - Anche perché Allegri - e questo è un fatto inconfutabile - alla Juventus tornerebbe volentieri, se non proprio di corsa, accolto in modo trionfale dai tifosi. Il problema, semmai, sarebbe con Pavel Nedved e Fabio Paratici: l'addio consumato due anni fa era stato decisamente meno amichevole di quello con il presidente e il ritorno dovrebbe essere digerito da entrambe le parti. Una rivoluzione dirigenziale con la restaurazione di Allegri è uno scenario limite, forse esagerato, ma ristabilire una compatibilità è tanto necessario quanto complesso e, comunque, va tenuto presente quando si parla di ritorno di Allegri.


ALLEGRI CE LA FAREBBE? - E poi c'è la domanda delle domande. Può Allegri cambiare la situazione in così poco tempo? Sono sufficienti otto partite per raddrizzare la classifica e stare nei primi quattro posti? La figura di Allegri, nell'immaginario juventino nel mezzo di questa crisi, assomiglia molto a quella di Mario Draghi due mesi fa. Come il super premier, nell'immediato, non ha potuto imprimere una drastica discontinuità rispetto al predecessore, c'è il rischio che in tempi così brevi Allegri non salvi la baracca. Questo è il dubbio che dentro alla Juventus stanno valutando, perché cambiare allenatore in corsa sarebbe un trauma e comporterebbe un sforzo economico, psicologico e di immagine: se si decide bisogna che ne valga la pena.

COSA SUCCEDERA' - Quindi cosa succederà? La possibilità di vedere Pirlo in panchina mercoledì contro il Napoli è vicina a essere un'assoluta certezza. Se la Juventus dovesse vincere tutto verrebbe accantonato, se la Juventus dovesse perdere (ed essere così sorpassata dal Napoli) lo scenario di crisi si aprirebbe su nuovi e più cruciali orizzonti e il ritorno di Allegri tornerebbe prepotente come ipotesi. E' di questo che hanno parlato Allegri e Agnelli nella chiacchierata di ieri? Può darsi. Oppure hanno parlato delle rispettive famiglie e dei figli. Certo è difficile pensare che il calcio non sia stato fra gli argomenti trattati.

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