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Gli è passata. La rabbia che scuoteva Cristiano Ronaldo domenica scorsa, quando la Juventus stava battendo il Genoa, ma lui non era riuscito a segnare neanche un gol, sembra proprio che si sia stemperata in una settimana di lavoro e concentrazione. Ronaldo si è allenato come fa di solito. Silenzioso e applicato, cercando di lavorare il più possibile sui tiri e sulle caratteristiche tecniche che lo hanno sempre abituato a fare più degli altri. Ha scaricato sul campo della Continassa tutta la sua rabbia e si è focalizzato sull’Atalanta. Non è al cento per cento. La fatica di una stagione folle, giocata senza soluzione di continuità, nella quale Ronaldo non ha mollato mai neanche in Nazionale, ha contratto il Covid, non ha potuto mai tirare il fiato perché l’attacco della Juventus non offriva alternative per colpa degli infortuni che imperversavano (e quando sei stanco, sei anche più nervoso, di solito).
Momento cruciale per Ronaldo
A questo punto della stagione, però, sente il momento cruciale, il peso specifico più alto di ogni singola vittoria e trova energie insperate. L’Atalanta, poi, gli ispira un sano spirito di vendetta sportiva, dopo che nella sfida dell’andata il portiere nerazzurro Gollini gli aveva parato un rigore e non solo quello, costellando la sua prestazione di miracoli contro gli attaccanti juventini. Ronaldo non perdona e domani scenderà in campo con il chiaro intento di prendersi la personale rivincita contro il portiere dei bergamaschi. Anche perché dopo aver acchiappato e superato Pelé e Romario, Ronaldo non si ferma è vuole altri record: la classifica cannonieri, per esempio, è nel suo mirino. E vuole entrare nel club dei centenari (giocatori con più di cento gol) della Juventus, dopo esserci entrato con il Manchester United e il Real Madrid. Per farlo subito servirebbe una tripletta all’Atalanta (ora è a quota 97): conoscendo Ronaldo sta prendendo la mira.
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