TORINO - La Juventus, Andrea Pirlo e Andrea Agnelli, Cristiano Ronaldo, la Superlega, il tennis («I nostri ragazzi ci stanno abituando molto male. In quattro mesi abbiamo vinto tre tornei: dovremo abituarci»), la Formula 1 («Sarà un campionato entusiasmante, la Ferrari non è ancora pronta»). Flavio Briatore non le manda a dire, è il solito fiume in piena, tanto più se si parla della sua squadra del cuore al centro di mille discussioni sul rendimento offerto in una stagione in cui si interromperà lo straordinario ciclo dei nove scudetti consecutivi: «Avevamo una squadra che vinceva, magari non giocava così bene, non era calcio champagne, ma almeno vinceva. Hanno cambiato tutto, hanno preso Sarri che tutti sapevamo non fosse adeguato per la Juve e poi hanno chiamato Pirlo, una scommessa: è come dare una Ferrari come prima macchina in mano a uno che ha solo il foglio rosa. In campo era un punto di riferimento, in panchina no». Così ha parlato il famoso imprenditore e dirigente sportivo ai microfoni de La Politica nel Pallone, la trasmissione condotta da Emilio Mancuso, in onda ogni lunedì su Gr Rai Parlamento con l’intervento di Xavier Jacobelli, direttore di Tuttosport.
Briatore: "C'è stato un errore di valutazione"
E ancora: «C’è stato un errore di valutazione, non me l’aspettavo. È dall’inizio del campionato che non vinciamo contro squadre molto inferiori a noi, abbiamo giocatori importanti ma non abbiamo un centrocampo. È la conseguenza di scelte sbagliate come quella dell’allenatore e del modo in cui si sono comportati con Allegri. Quella squadra lì con qualche inserimento avrebbe potuto continuare a vincere, ma hanno voluto cambiare tutto e questo è il risultato».
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