Paratici: "11 anni sono un'epoca. Grazie Juve, grazie Agnelli"

Termina il rapporto tra il club bianconero e il dirigente, arrivato nel 2010 dalla Samp: "Questo club ti rende migliore"
Paratici: "11 anni sono un'epoca. Grazie Juve, grazie Agnelli"© Juventus FC via Getty Images

TORINO - 9 Scudetti, 5 Coppe Italia, altrettante Supercoppe Italiane, due finali di Champions ed una semifinale di Europa League. Termina dopo 11 anni il rapporto tra Fabio Paratici e la Juventus: "Speravo continuasse a parlare il presidente perché per me è un po' più difficile. Ringrazio Andrea Agnelli e la Juventus per avermi dato anche quest'ultima occasione per salutarvi e ringraziarvi, la sento come un onore. Undici anni nella vita di una persona sono tantissimi, nel calcio e nel mio lavoro un'enormità. Questa è un'epoca che ho condiviso con tante persone e a ognuna di loro dico grazie: calciatori, staff, dirigenti, dottori, autisti del pullman, logistica. Sono stati undici anni meravigliosi in un club speciale come la Juventus. Abbiamo vinto tanto ma anche perso tanto perché solo chi perde tanto può vincere tanto, ho sentito dirlo a Maldini che quando ne guardo il palmares ci metto cinque minuti. Ne sono grato, ho detto tutto quello che avevo e sono molto orgoglioso di quello che ho dato", le parole dell'ormai ex ds bianconero in conferenza stampa.

Paratici: "La Juve ti rende un professionista migliore"

"Passare dalla Juve vuol dire diventare una persona e un professionista migliore. Andrò in altri club e spero di trovare la stessa passione e lo stesso amore che si ha qui verso quello che si fa. Devo ringraziare l'autonomia totale che ho avuto potendo osare e sperimentare sapendo di poter contare sulla fiducia di chi era al mio fianco. Ci sono state tante occasioni per poter andare via ma questo è il motivo per il quale non ho mai preso niente in considerazione. Ho avuto la fortuna di poter osservare ogni giorno tra i migliori calciatori della storia del calcio. Ho potuto condividere i miei pensieri con quello che per mio figlio sono eroi del calcio come Tevez, Chiellini, Buffon, Cristiano e allenatori da cui ho imparato molto come Delneri, Conte, Allegri, Sarri e Pirlo. La Juventus è fatta per renderti migliore e per questo sono orgoglioso, riconoscente e felice per quello che ho fatto".

Paratici, il ricordo più bello alla Juve e l'aneddoto Dybala-Lukaku

"Il ricordo più bello? Il gol di Borriello a Cesena, senza dubbio. C'è anche una foto molto bella di quel momento. Rimpianto per il mancato scambio Dybala-Lukaku? No, quando fai il nostro lavoro devi considerare tutto e avere una mente molto elastica. Devi essere in grado di cambiare, ci sono dei lati che voi non potete sapere del tutto che indicano la strada per fare determinate operazioni. Dybala è un grandissimo giocatore che ha dato tantissimo alla Juventus. Io credo di essere uno dei maggiori responsabili per il fatto che lui sia qui, abbiamo investito tanto e fatto una grande scommessa. Credo sia stato l'acquisto più rischioso nella mia gestione".

Paratici: "Non solo i trofei. Penso alla Juve Women e all'Under 23"

"La consapevolezza di tutto quello che abbiamo fatto l'avremo fra 10 anni. Non solo i titoli ma tutto quello che è stata costruito: uno stadio, un centro sportivo, le Women, l'Under 23. Progetti che hanno comportato tantissima fatica e tantissima ambizione. Tra qualche anno con più distacco si vedrà meglio".

Paratici su Cristiano Ronaldo e Barzagli

"Un aneddoto su Cristiano Ronaldo? No è stata una trattativa molto diretta, molto veloce. Quando hai a che fare con persone e staff di così alto livello hai a che fare con gente molto preparata. Pensandoci ci saranno stati ma dovete considerare che noi prendiamo decisioni in quel momento, poi magari la decisione viene giudicata dopo anni senza sapere magari neanche le motivazioni che ci sono dietro. Il migliore è quello che sbaglia meno, non quello che non sbaglia. Il colpo che mi dà maggiore orgoglio? Sono legato a tutti i giocatori che porti e che tratti. Federico Cherubini sa bene quanto io mi arrabbi se non riusciamo a prendere un giocatore di 15 anni. Se devo dirne uno dico Barzagli che è stato con noi tanti anni ed è stato quello più sottovalutato da tutti. Noi internamente sappiamo che valore ha avuto il giocatore, la persona e quello che ci ha dato".

Paratici: "Juve, che mentalità!"

"Il primo giorno alla Juve? Siamo andati io e Marotta a casa di Andrea, abitava ancora in centro. Ci dovevamo vedere in un ristorante, io ero un po' agitato. Sono andato alle 8.30 davanti al ristorante che era una trattoria bellissima con le tovaglie bianche e rosse a spicchi e ho pensato di aver sbagliato posto. Poi ho visto che arrivava lui e mi sono rincuorato. Questo è il primo giorno alla Juventus e tuttora vado ancora in quella trattoria e credo anche il presidente. Passare alla Juventus è una fortuna troppo grande per la mentalità che c'è, l'educazione. Per esempio anche i ragazzi di Amazon che sono stati con noi quest'anno penso si porteranno con loro quanto appreso quest'anno. Una persona intelligente si porta dietro tutto questo. Poi ovviamente in ogni posto speri di imparare qualcosa, ma sicuramente ti porti dietro tutto".

Paratici, il futuro dopo la Juve e il rimpianto Van Persie

"Dove andrò ora? Non mi sembra il momento adatto per parlarne. Quello che posso dirvi è che la mia famiglia spera che io lavori sin da subito. Il momento più difficile? Non ne saprei dire uno. Quello che dico sempre è che bisogna pensare che in undici anni abbiamo preso 4-5 decisioni al mese molto importanti, di quelle che danno pensiero. Questi sono tutti momenti molto difficile da affrontare. Il rimpianto di non avere un giocatore, nel caso di Van Persie, oltre a non averlo è tutto quello che ci sta dietro. Il percorso che ci porta ad arrivare a comprare un determinato giocatore. Noi magari andavamo un po' più avanti e Andrea magari ci faceva fare un passo indietro".

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