Superlega, sei mesi per il dialogo con la Uefa

La situazione dopo la sospensione del procedimento disciplinare contro Juve, Real Madrid e Barcellona
Superlega, sei mesi per il dialogo con la Uefa© EPA

TORINO - A questo punto ci sono sei mesi di tempo per trovare un accordo o un compromesso fra la Super League e l’Uefa. Altrimenti deciderà la Corte di Giustizia Europea per tutti e indietro non si potrà più tornare. Attenzione, chi pensa che il passaggio alla Corte sia una passeggiata per la Super League, tuttavia, sbaglia. Certo la Super League appare forte quanto chiaro appare che quello dell’Uefa è effettivamente un monopolio e che le sanzioni minacciate rappresentino un abuso di posizione dominante. Ma il giudizio è complesso, contempla una serie di diritti (da quello commerciale a quello sportivo) e, soprattutto, può vedere anche la partecipazione dei Governi dei singoli Paesi dell’Unione che possono intervenire con delle osservazioni. E i Governi, almeno ad aprile, non erano stati gentili con la Super League. Insomma, è una partita da giocare e se l’Uefa rischia certamente di più e si presenta in una posizione leggermente più scomoda rispetto alla controparte, non è detto che ne esca sconfitta o completamente sconfitta. Ecco perché i prossimi sei mesi, quelli che separano dal probabile giudizio della Corte (molto difficile che sia prima, possibile che sia dopo), potrebbero essere utilmente investiti per trovare una mediazione. Il problema, tuttavia, non è trovare un tavolo dove trattare (il presidente della Fifa Infantino è pronto da tempo ad apparecchiarne uno), quanto decidere chi, intorno, a quel tavolo si deve sedere. Se l’aspetto giuridico della faccenda ha trovato il modo di arrivare a una tregua (con il Tribunale di Ma-drid che ha stoppato i tribunali dell’Uefa), l’aspetto - diciamo - umano continua a essere irrisolto con il livoroso Aleksander Ceferin che non smette di minacciare anche dopo lo stop imposto da un suo tribunale. Il comunicato con cui l’Uefa ha di nuovo mostrato i denti, spiegando che troverà il modo per andare avanti con il procedimento disciplinare e con le sanzioni è un’altra di quelle dimostrazioni muscolari che non vanno verso la soluzione del problema. Se quello è lo spirito, il tavolo salterebbe in un na-nosecondo. E alla fine deciderebbe la Corte Europea con il rischio che assesti una spallata più o meno violenta all’Uefa, magari arrivano perfino a spianare la strada per il progetto Super League o qualcosa di simile. Oppure no, l’Uefa potrebbe salvarsi: ma potrebbe davvero pensare di mantenere un rapporto ostile con Juve, Real e Barcellona?

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