Juve, staff, dirigenti, allenatore, tutto cambiato: è proprio un nuovo ciclo

Solo in 7 hanno vissuto tutti gli 11 anni. Si apre un’altra era bianconera
Juve, staff, dirigenti, allenatore, tutto cambiato: è proprio un nuovo ciclo© Marco Canoniero

TORINO - Ne sono rimasti solo sette. Il presidente Andrea Agnelli, il suo vice Pavel Nedved, il responsabile dell’area finanziaria Stefano Bertola; il team manager Matteo Fabbris; il capo della comunicazione Claudio Albanese; l’allenatore dei portieri Claudio Filippi e, unico fra i giocatori, Giorgio Chiellini. Nel decennio d’oro, con 18 trofei alzati, sono cambiati gli uomini della Juventus e quella che sta per affrontare la stagione 2021-22, la dodicesima della presidenza di Andrea Agnelli, è forse la Juventus più nuova di tutte: l’inizio di un’altra era. Sì, c’è una forte continuità che non è legata solo ai sette highlander del 2011, ma a luglio il club di presenterà con una dirigenza profondamente rinnovata, con la promozione di Cherubini a responsabile dell’area calcio (che governerà con la sua squadra composta da Matteo Tognozzi e Giovanni Manna) e l’inserimento nel ruolo di amministratore delegato di Maurizio Arrivabene.

Juve, un nuovo capitolo: la rosa

E se il ritorno di Allegri comporta anche il ritorno del suo staff che aveva guidato la Juventus nel quinquennio 14- 19, più del 50% della rosa è cambiata rispetto alla sua ultima stagione in bianconero. Una rosa che da due stagioni (e continuerà a vivere) viene cambiata nel segno di un radicale ringiovanimento, proprio teso alla fondazione di un nuovo ciclo. Si apre, dunque, un nuovo capitolo. Uno dei tanti della presidenza Agnelli, che ha sempre creduto nella forza propulsiva del cambiamento, utile nel rinnovare stimoli e motivazioni.

Juventus, il mercato

Sarà un capitolo diverso sotto il profilo del calciomercato che affronta un momento di significativa contrazione dei ricavi e deve, quindi, far fronte a una politica di maggiore razionalità. È indicativo, per esempio, che in queste settimane non si assista alle operazioni che nel recente passato garantivano plusvalenze importanti per il bilancio. È probabile un cambiamento di rotta che, pur senza rinnegare il passato, vedrà la Juventus moderare l’utilizzo del mercato come strumento finanziario. Non è da escludere, infatti, che a sostenere le casse juventine arrivi un aumento di capitale tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022. È una voce che non è mai stata confermata a livello ufficiale, ma che viene considerata possibile, anche alla luce delle perdite da Covid (sono d’altronde centinaia i club europei, a vari livelli, che dovranno ricorrere a una ricapitalizzazione nel corso della prossima stagione). Non cambia, invece, la politica dei giovani e, possibilmente, italiani. L’idea è costruire una squadra che possa crescere e durare nel tempo, ricreando uno zoccolo duro come quello che ha garantito l’irripetibile striscia di nove scudetti consecutivi.

Allegri, la nuova sfida

La stessa scelta di Massimiliano Allegri e, soprattutto, la durata e l’entità del suo contratto (7 milioni più bonus per 4 anni) danno un’idea precisa di un piano che ha un’orizzonte più lontano della prossima stagione. Se essere la Juventus comporta l’obbligo di vincere sempre e comunque, ad Allegri viene anche chiesto di lavorare sui giocatori per contribuire alla loro crescita. Una sfida completamente diversa da quella che Max ha affrontato nella sua precedente esperienza alla Juventus. All’epoca dei cinque titoli consecutivi, con in mezzo anche quattro coppe Italia e due finali di Champions, non c’era tempo per respirare e l’unica finalità era continuare a inanellare successi. Lo stesso allenatore, oggi, avrà un ruolo diverso: con maggiore potere di incidere nelle scelte e nella gestione della squadra. Stesso professionista, ma con sfumature diverse e, probabilmente, sostanziali. La Juventus, dunque, gira pagina, ripescando vecchie idee, ma rinfrescandole con nuove persone e nuovi ruoli. Sempre per vincere, naturalmente.

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