"Ronaldo, la Juve meritava più rispetto": gli errori dell'addio

Due ex bianconeri come Brio e Tacchinardi analizzano l'uscita di scena del campione portoghese
"Ronaldo, la Juve meritava più rispetto": gli errori dell'addio© EPA

TORINO - Cristiano Ronaldo celebra la serata storica e indimenticabile con il Portogallo conquistando con una doppietta l’ennesimo record, 111 gol in Nazionale («È un primato unico, ne vado fiero»), il miglior marcatore di sempre con la maglia di una Nazionale, ma i tifosi della Juventus, pur applaudendo - non senza qualche rimpianto - il formidabile fuoriclasse qual è in campo, si sentono un po’ traditi dalle parole sue e della sua famiglia, con cui hanno cancellato in fretta i tre anni trascorsi a Torino per abbracciare la nuova avventura al Manchester United, «un posto degno di te, che ti merita», come scritto dalla sorella Katia.

Sergio Brio: "Ha snobbato il club"

"La Juve merita più rispetto - osserva Sergio Brio, indimenticato stopper degli Anni Ottanta - Non mi aspettavo che CR7 snobbasse così il club bianconero, non è bello da parte sua. Io parlo sempre benissimo delle tre squadre, Pistoiese, Juve e Lecce, in cui ho giocato perché mi hanno preso, coccolato e creduto in me. Per carità, Cristiano resta un grandissimo giocatore e professionista, però l’addio poteva avvenire in un altro modo e con altre parole" (...)

Alessio Tacchinardi: "Avrebbe dovuto fare un'uscita diversa"

(...) Il rispetto non è mancato, ma ha commesso parecchi errori nell’addio alla Juventus, il pensiero di Alessio Tacchinardi. "Avrebbe dovuto fare un’uscita diversa, non andarsene via con il suo aereo privato mentre Allegri parlava alla vigilia della sfida contro l’Empoli. Mi sarei aspettato una conferenza stampa per salutare i tifosi: il popolo bianconero lo ha osannato, si meritava un saluto diverso. È vero che non sono più gli anni delle bandiere, da Del Piero a Totti, da Maldini a Zanetti, però sentirsi dire da Cristiano che sarebbe andato in un posto in cui sentiva come casa sua non è stata una bella immagine". Tacchinardi non contesta il professionista, impeccabile, che in campo ha (quasi) sempre dato l’anima. «Però non ha soltanto giocato per la maglia che indossava, ma anche per la sua multinazionale. E questo ai tifosi non è sfuggito». C’è un altro aspetto della vicenda su cui si sofferma l’ex centrocampista. "Ha messo in seria difficoltà la Juventus e la sua strategia sul mercato andandosene a pochi giorni dalla chiusura: sostituire una macchina da gol come Cristiano è impossibile" (...)

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