© Juventus FC via Getty Images
TORINO - Qualcuno l’ha amabilmente definito “il bello di notte” e a parte il parallelismo con epoche passate in Europa l’appellativo ci può stare. In fondo basta dare un’occhiata ai numeri: con il pallonetto venuto male esteticamente ma venuto benissimo ai fini del risultato a Malmoe e che ha sigillato il 3-0 finale, Alvaro Morata ha toccato quota 22 gol in carriera in Champions League, la maggior parte dei quali (14) segnati con la maglia della Juventus: tra i bianconeri lo spagnolo ha appaiato Cristiano Ronaldo e conta di sorpassarlo a stretto giro di posta.
Juve e Champions: il doppio amore di Alvaro
Siccome l’ex Atletico Madrid ne piazzò 6 solamente un’edizione fa per un’andatura da record personale, quando il cammino juventino si fermò agli ottavi (chissà cosa sarebbe accaduto se il Porto si fosse fatto da parte), va da sé che Massimiliano Allegri continui a coccolarsi Alvaro. Dicono: ma la Juve ha avviato un processo di ringiovanimento della rosa con Moise Kean indiziato a occupare un posto stabile lì davanti, aspettando Kaio Jorge. La verità: Morata sa che avrà ancora parecchie chance di aggiornare il pallottoliere, con Paulo Dybala che lo sopravanza di due reti in Champions. E sapete dove si capisce come Allegri sia molto legato ad Alvaro? Nelle urla, nelle ramanzine, in quelle espressioni facciali di Max che denotano insoddisfazione. È la stessa dell’allenatore che chiede il massimo a chi sa che è in grado di dargli il massimo, anche più. È successo pure in Svezia: a parte il gol del 3-0 a coronamento di una partita fatta di totale dedizione alla causa, a un certo punto lo spagnolo s’è mosso male su un’azione offensiva juventina, non dettando il passaggio. Allegri un paio di acuti li ha rivolti al cielo, ma l’attaccante sa che il tecnico lo fa per il suo bene.
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