Deschamps torna a Torino: "Vi racconto la mia Juve"

Il ct della Francia torna nel capoluogo piemontese per affrontare il Belgio in Nations League: "In bianconero c'è la cultura della vittoria tutti i giorni"
Deschamps torna a Torino: "Vi racconto la mia Juve"© EPA

TORINO - Didier Deschamps torna a Torino e si risveglia in lui l'amore per la Juventus. Il ct della Francia, che giovedì prossimo affronterà il Belgio all'Allianz Stadium nella seconda semifinale della Nations League, ha raccontato il suo legame con la maglia bianconera ai canali social della nazionale transalpina: "Ho cambiato completamente pianeta, anche se avevo avuto una buona anticipazione al Marsiglia. Ma la Juve è la Juve, uno dei più grandi club a livello europeo e mondiale - le parole di Deschamps, centrocampista bianconero dal 1994 al 1999 e poi allenatore della Vecchia Signora nel 2006-07, in Serie B - c'era una mentalità diversa, un approccio agli allenamenti diverso, una preparazione lunga, molto specifica e dura, Ma c’era l’orgoglio di indossare quella maglia. Sono arrivato in punta di piedi. L’inizio è stato complicato perché ho subìto un infortunio al tendine d’Achille e mi sono dovuto operare. Ho vissuto cinque anni da calciatore meravigliosi, con questa cultura della vittoria che è presente tutti i giorni e, nonostante questo, c’era un ambiente familiare, creato dall’allenatore Marcello Lippi e dalla dirigenza, Moggi, Bettega e Giraudo. Un grande club dal punto di vista dell’organizzazione, dal magazziniere al presidente, tutti orgogliosi di essere a servizio del club. Questo non dà ai giocatori alcuna scusa quando arriva la partita. Quando la Juve pareggia è una catastrofe, se perde è uno tsunami. C’è un grande professionismo".

Deschamps allenatore in Serie B

Della sua esperienza sulla panchina della Juventus, nella stagione successiva a Calciopoli, ricorda: "Il club era in difficoltà, dopo essere stato retrocesso in Serie B - le parole di Deschamps - siamo partiti con dei punti di penalizzazione e siamo arrivati a essere primi in Serie B. Molti calciatori di livello internazionale erano rimasti, perché legati al club. Ogni volta che ci spostavamo, c’erano migliaia di persone ad attenderci. Non entrerò nei dettagli, ma dopo aver vinto il campionato non c’erano più le condizioni per proseguire l’anno dopo. Spero che non succeda più che la Juve si trovi a giocare in quella situazione. Per me è stato un modo di restituire qualcosa a una squadra che mi ha dato tanto".

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